Basta proroghe, perché l’amministrazione non dice ai cittadini quello che vuole fare?

"A Carpi è ora di cambiare! dagli arredi urbani al regolamento del verde, vogliamo un’amministrazione che non si nasconda da una proroga all’altra, ma che parli chiaro ai cittadini e guardi ad una città sostenibile e condivisa" affermano Michele Pescetelli e Anna Colli

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Nella seduta di giovedì 24 marzo scorso il Consiglio Comunale ha approvato un documento di proroga proposto dall’Assessore Gasparini alle attuali deroghe al regolamento dei dehors, che potranno restare per altri tre mesi così come sono oggi: costruzioni a volte improvvisate e disarmoniche rispetto all’ambiente architettonico del centro storico. “I consiglieri di Carpi Futura – si legge nel comunicato – hanno votato a favore: si trattava di recepire una normativa nazionale e, nel perdurare dell’emergenza epidemiologica, possiamo ben accettare misure come queste a sostegno di una categoria del commercio”.

Ma cosa succederà dopo il 30 di giugno?

Necessitando un parere favorevole della Sovrintendenza Regionale ai Beni Culturali, da almeno un anno il Comune di Carpi è incalzato da questo stesso ente ad iniziare «un percorso condiviso per definire i criteri per l’inserimento di dehors rispettosi del contesto tutelato» in mancanza del quale «allo scadere della deroga attualmente vigente» le installazioni dovranno necessariamente essere «smontate e rimosse».

I consiglieri di Carpi Futura Michele Pescetelli e Anna Colli proseguono: “finora abbiamo tirato avanti con le proroghe, ma per il dopo 30 giugno – che in pratica “è già domani” – ci chiediamo: l’Assessore Gasparini ha iniziato l’iter di confronto con la Sovrintendenza? E quali sono le sue proposte? Le ha verificate con gli esercizi commerciali interessati? E questi ultimi sono stati informati delle conseguenze di una mancata autorizzazione? Dobbiamo sperare in una nuova proroga nazionale?

Che non ci si venga a dire però che non c’è stato il tempo per concordare con l’Ente preposto – la Sovrintendenza appunto – un regolamento definitivo. Nella discussione consiliare l’Assessore Gasparini ci ha fatto sapere che per il centro storico è suo dovere “contemperare tutti gli interessi in campo, le esigenze di chi lo frequenta per divertirsi, di chi vuole dormire e di chi deve lavorare”. Bene! noi aggiungiamo anche le esigenze di chi vuole godere di una città fruibile a tutti, arredata in modo armonioso e senza prevaricazioni di spazio pubblico.

E a proposito di proroghe infinite e di regolamenti “fantasma” da quasi due anni le associazioni ambientaliste e la specifica Consulta Comunale sollecitano l’Assessore competente riguardo il sempre- promesso «Regolamento Comunale del Verde» che stabilisca i criteri per una corretta manutenzione del verde pubblico e privato (quindi: nuovi impianti; potature; abbattimenti; norme per la difesa delle piante in aree di cantiere; alberi di pregio; tutela delle siepi, dei filari e delle macchie arbustive; salvaguardia dei fossati, degli stagni e dei corsi d’acqua).

Peccato che finora non si sia vista nemmeno una bozza, un’enunciazione di principi o di linee guida. Non stiamo mica parlando di … riscrivere la Carta Costituzionale! Parliamo di cose semplici ed evidenti per un’Amministrazione che abbia a cuore il verde pubblico. Parliamo di un documento che i nostri cugini di Correggio hanno adottato nel luglio 2002 (*) dicesi ben venti anni fa!

A casa nostra invece in venti anni le Amministrazioni Campedelli & Bellelli sono riuscite a trascinarsi da una stagione all’altra, da uno scempio di potature all’altro, passando per uno sviluppo edilizio che non ha avuto riguardo ogni qual volta ci fosse un giardino da preservare o un albero da tutelare (gli esempi di Viale Manzoni o dell’incrocio Lenin-Colombo sono facili ed evidenti).

A Carpi è ora di cambiare! dagli arredi urbani al regolamento del verde, vogliamo un’amministrazione che non si nasconda da una proroga all’altra, ma che parli chiaro ai cittadini e guardi ad una città sostenibile e condivisa”.