Sono 65 le donne che si sono rivolte al Centro Antiviolenza di Carpi dall’inizio dell’anno

Quarantenne e madre: è il ritratto delle donne che si sono rivolte al centro antiviolenza VivereDonna Aps di Carpi nel 2021 per la prima volta. Quelle entrate nell’appartamento d’emergenza del Comune di Carpi sono state cinque, per un totale di 227 pernottamenti; nove i figli, per complessive 571 notti.

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Quarantenne e madre: è il ritratto delle donne che si sono rivolte al centro antiviolenza VivereDonna Aps di Carpi nel 2021 per la prima volta. Gli accessi allo sportello sono stati complessivamente 65 fra gennaio e ottobre, quasi la metà dei quali “nuovi” (31), cioè persone che appunto non erano mai approdate alla struttura: in leggera prevalenza straniere (17 a 14), quasi tutte con figli (29). Fra queste 31 “nuove”, la fascia d’età più rappresentata è la 40-49 con 13 casi, poi 8 donne fra i 50 e i 59 anni, cinque trentenni e altrettante fra 18 e 29.

Quelle entrate nell’appartamento d’emergenza del Comune di Carpi sono state cinque, per un totale di 227 pernottamenti; nove i figli, per complessive 571 notti.

Per quanto riguarda il tipo di violenza subita, la quasi totalità delle “nuove” (96%) lamenta vessazioni psicologiche, 3 su 4 violenza fisica (75,7%), il 42% violenza sessuale, il 42% anche “violenza economica”.

“Questi dati – commenta Tamara Calzolari, assessore a Servizi sociali e Pari opportunità – dimostrano da un lato l’utilità e l’importanza del Centro antiviolenza convenzionato con l’Unione, dall’altro la quantità di lavoro ancora da fare sul fronte culturale, contro una certa mentalità. Anche per questo i Comuni dell’Unione aderiscono all’appello dell’ANCI denominato Patto dei Comuni per la parità e contro la violenza di genere per azioni concrete da mettere in atto nei campi di competenza degli Enti locali”.

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