Cappuccina, svelata la Canalina Carpigiana

L’opera, sconosciuta a molti carpigiani poiché per anni è stata totalmente ricoperta dalla vegetazione, è collocabile tra gli Anni ’40 e ’50 e si sviluppa da sud a nord.

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Gli operai al lavoro per la realizzazione del Parco della Cappuccina (area delimitata a sud da via Lenin, a est dal viale dei Cipressi, a nord dal Cimitero Urbano e a ovest dall’area boscata a ridosso del Parco Martiri delle Foibe) hanno “riportato alla luce” un tratto della Canalina Carpigiana. L’opera, sconosciuta a molti carpigiani poiché per anni è stata totalmente ricoperta dalla vegetazione, è collocabile tra gli Anni ’40 e ’50 e si sviluppa da sud a nord nella parte ovest della città. Oggi priva di funzionalità idrica ha un andamento a linea spezzata secondo gli orientamenti comuni e ortogonali per gli appezzamenti e confini di proprietà sul territorio. 

Il toponimo Cappuccina, lo ricordiamo, trae la sua origine dalla presenza dei Cappuccini che si insediarono a Carpi nel 1580, individuando come sito privilegiato una località posta fuori dalle mura urbane, in un terreno allora denominato La Tagliata che fa da cuneo all’incrocio delle strade per Correggio e la frazione di Santa Croce. La costruzione del Convento dei Cappuccini e della chiesa dedicata alla SS Trinità e poi a S.Maria Maddalena, iniziò nel 1583 per poi terminare nel 1626. Il convento fu soppresso nel 1783 dal duca estense Ercole III mentre pochi giorni dopo la chiusura, un incendio distrusse parte della chiesa.

Disegni del 1767 di Pietro Maria Massari mostrano la planimetria e la veduta esterna della chiesa e del convento. In direzione della ‘provana’ di ingresso alla chiesa e la ‘croce’ sulla via pubblica, è individuabile lo ‘stradello’, il percorso che in direzione ovest porta alla città murata (Porta Modena), il ‘Passo dei Cappuccini’.

Gli immobili, posti in vendita, furono per buona parte demoliti e ciò che rimase trasformato in abitazione rurale. Come scrive Alfonso Garuti, “Oggi, dopo innumerevoli trasformazioni, di quanto può supporsi appartenesse al convento, è possibile distinguere in minima parte una delle ali dei corpi di fabbrica inglobata entro costruzioni banalmente modernizzate”. A ricordo del complesso conventuale resta solo l’indicazione “La Cappuccina”, posta sulla facciata di un fienile di aspetto ottocentesco adiacente una casa colonica. (A. Garuti, Chiese di Carpi. Appunti di storia e riferimenti artistici, in Chiese di Carpi, tra arte, storia etopografia urbana,  Modena 2004, pp. 164-165).

Jessica Bianchi 

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