Sui mezzi di soccorso della nostra città non ci sono medici, serve un’automedica

In città imperversa la discussione sul nuovo ospedale e, in particolare sulla sua collocazione. Sulla mancanza di un medico sui mezzi di soccorso invece il silenzio della politica è a dir poco assordante.

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E’ atterrato a Carpi due volte in un paio di settimane l’elisoccorso, per poi ripartire vuoto alla volta di Bologna. Una presenza, la sua, in appoggio all’ambulanza, resasi necessaria per garantire in modo tempestivo un consulto medico ai soccorritori. Far decollare l’elisoccorso è molto costoso e rappresenta l’ultima ratio a cui ricorrere in caso di una reale emergenza o in territori impervi e distanti dalle strutture ospedaliere. L’elisoccorso tappa una falla ma non è certo un’alternativa sostenibile per sopperire all’annosa mancanza di un’automedica in città. Carpi, infatti, nonostante i suoi 72mila abitanti, un’automedica non ce l’ha. Tradotto in soldoni, qualora non fosse sufficientemente chiaro, sui mezzi di soccorso della nostra città non ci sono medici. Oggi l’emergenza territoriale 118 è garantita dalla presenza di due ambulanze infermieristiche, una con sede presso il Pronto Soccorso del Ramazzini e una decentrata a Fossoli, e da tre mezzi gestiti dal mondo del volontariato (ANPAS e Croce Rossa Italiana), attivi sul distretto comprendente i quattro comuni di Carpi, Soliera, Campogalliano e Novi di Modena. La copertura medicalizzata è invece assicurata dalle automediche di Mirandola e Modena (a cui si aggiungono in provincia anche quelle di Pavullo e Vignola). 

Da anni ribadiamo come, malgrado l’attivazione di una seconda ambulanza infermieristica disponibile h24 e 7 giorni su 7 nel dicembre 2017, in una città come la nostra dovrebbe essere operativa anche un’automedica: mezzo di soccorso avanzato in grado di intervenire prontamente in caso di necessità. L’azienda sanitaria di Modena aveva iniziato una riflessione per garantire l’integrazione del servizio di emergenza territoriale con la presenza di una automedica che potesse coprire almeno inizialmente la fascia notturna oggi non più assicurata dal mezzo avanzato di Correggio, nell’ipotesi futura di estendere il servizio H24.  

Nel gennaio 2020 era giunta la tanto attesa apertura da parte dell’Azienda sanitaria di Modena circa la possibilità di introdurre a Carpi questo mezzo avanzato poi il Covid ha assestato al progetto una dura battuta d’arresto. Stefano Toscani, direttore del Dipartimento Interaziendale di Emergenza Urgenza dell’Usl e dell’Azienda Ospedaliero-Universitaria di Modena era stato chiaro: “il progetto non è tramontato ma sospeso a causa del perdurare della situazione epidemiologica. Se ne riparlerà tra tre anni (ndr – 2023)”. 

Un’assenza pesantissima che deve anche fare i conti con la difficoltà di reperire medici specializzati nell’Emergenza – Urgenza. Una carenza che non deve però diventare un alibi dietro cui nascondersi. Carpi ha bisogno dell’automedica, il mondo del volontariato è pronto a dare una mano, mettendo a disposizione mezzo e autista, ma a servire è la volontà politica di reclutare dei medici dell’emergenza.

Non si fa altro che parlare di muri, location e nuovo ospedale, ma tra le priorità vi è anche quella di dotare una città di 72mila abitanti di un mezzo di soccorso avanzato. Intervenire in modo efficace e tempestivo in caso di emergenza è il primo tassello per tutelare la salute pubblica. Può fare la differenza tra la vita e la morte. 

In città imperversa la discussione sul nuovo ospedale e, in particolare sulla sua collocazione. Sulla mancanza di un medico sui mezzi di soccorso invece il silenzio della politica è a dir poco assordante. Tra due anni torneremo alla carica per cercare di portare a casa il risultato ma nel frattempo anche il sindaco Bellelli potrebbe battere il pugno sul tavolo, magari su quello della CTSS – Conferenza Territoriale Sociale e Sanitaria e chissà che una presa di posizione netta non possa contribuire a sveltire i tempi.

Jessica Bianchi

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