Carlo Rigolin, il suo primo giallo nasce da un misterioso fatto di cronaca

Carlo Rigolin, perito chimico nato nel 1953 in Veneto ma carpigiano d'adozione, durante il lockdown del 2020 ha scritto il suo primo romanzo giallo, La mossa sbagliata, di recente pubblicato da Artestampa. “Mi sono ispirato a un’irruzione in villa realmente accaduta. Nel detective per caso, protagonista della storia, c'è molto di me e delle mie passioni".

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Carlo Rigolin

Per Carlo Rigolin, ex perito chimico carpigiano d’adozione, è nata durante la lunga chiusura causata dalla pandemia nella primavera del 2020 l’idea di cimentarsi nella scrittura del suo primo romanzo giallo che ha intitolato La mossa sbagliata (Artestampa), il cui investigatore è dichiaratamente un autentico alter ego dell’autore.

Da quanto tempo coltiva la passione per il genere giallo?

“Direi che sono un lettore compulsivo; mi piace molto leggere, dai giornali ai libri, passando per brochure e trattati vari: praticamente leggo voracemente ogni genere di testo scritto mi arrivi sotto il naso. Per quanto riguarda i libri, ho iniziato da ragazzo partendo dai grandi autori della letteratura italiana, intervallandoli con i maestri del giallo: Simenon (tutto Maigret), poi Agatha Christie (praticamente tutto ciò che ha scritto, compresa una sua biografia), quindi sono passato ai polizieschi americani, soprattutto Patricia Cornwell (Kay Scarpetta), Kathy Reichs (Temperance Brennan) e Michael Connelly (Harry Bosch) con qualche doverosa deviazione sugli scandinavi come Jo Nesbo (Harry Hole) e Stieg Larsson (la serie Millennium), che considero i migliori nel settore”.

Quando e come è nata l’idea di scrivere il suo primo romanzo? 

“Durante il lockdown dell’anno passato, come molti altri, ero rimasto bloccato in casa con tanto tempo davanti. ‘Che faccio?’, mi sono chiesto e poco dopo mi sono detto: ‘Mi scrivo un giallo proprio come lo vorrei io’, e mi sono messo al lavoro con un’idea di partenza e nulla più. Praticamente ho fatto una scommessa con me stesso certo che non sarei andato oltre una decina di pagine da tenere in un cassetto. Invece, finito il lockdown ho terminato anche il libro”.  L’idea della trama è ispirata a fatti realmente accaduti o è frutto della sua fantasia?

“La storia parte da un fatto realmente accaduto: un’irruzione in una villa senza un motivo chiaro e comprensibile. Ho sempre ripensato a quanto fosse strana quella faccenda senza mai riuscire a darmi una spiegazione logica. Così, partendo da quel fatto, ho immaginato quello che poteva essere accaduto prima e dopo, dando libero sfogo alla fantasia. Sono partito da questo fatto senza immaginare dove sarei arrivato: la storia si è poi sviluppata giorno per giorno (spesso anche “notte per notte”) aggiungendo sempre un pezzetto dopo l’altro per andare avanti. Sinceramente mi è venuto anche facile, quasi in modo naturale, come se fosse già tutto dentro di me in attesa solo di uscire. Sono andato un po’ in difficoltà quando dovevo fornire spiegazioni logiche e plausibili alle varie azioni e a quanto accadeva, ma questo è stato il bello perché, come ha fatto il detective protagonista, mi sono attaccato al telefono e ad internet per dare risposte e credibilità alla storia”.

Quanto c’è di lei nel detective protagonista del romanzo?

“Tutto: il pensionato/detective/protagonista sono io al 100%. Non l’ho fatto per protagonismo, ma per comodità in quanto, come prima esperienza, mi è stato più facile descrivere un personaggio che conosco abbastanza bene”.

Sta scrivendo un nuovo libro? Ha in mente altri progetti editoriali per il futuro?

“Per la verità, pochi mesi dopo, durante le ferie estive, ho scritto il sequel che sto tenendo in serbo se questo primo romanzo avrà un minimo di successo; l’editoria in Italia è molto difficile per un esordiente: bisogna vendere per non spendere! Per la verità, pensavo a una trilogia (il terzo libro è ancora nel cassetto, vediamo prima che succede con questo). Ho in mente anche qualche altra idea, ma per ora mi basta ed avanza questa affascinante incursione nel mondo dei libri, fatta con un bel po’ di incoscienza, ma con tanto divertimento”.

Divertimento che traspare anche tra le pagine del libro: un giallo dal tono fresco e ironico.

Chiara Sorrentino