Ascari (Confcommercio): “il green pass si applica solo ad alcune categorie, sempre le stesse”

Con l’ultima circolare dei giorni scorsi – spiega Luca Ascari, responsabile del settore ristorazione di Confcommercio Modena - se non c’è chiara corrispondenza tra chi lo presenta e il certificato stesso, l’esercente deve chiedere la verifica e questo può far scaturire situazioni poco piacevoli anche se fortunatamente per ora c’è molta collaborazione almeno qui a Modena”.

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Sul green pass rischiano di nascere incomprensioni all’interno dei locali nel momento in cui i ristoratori si trovano costretti a controllarne la veridicità. Accade soprattutto nelle zone ad alto affollamento, come la Romagna, dove chi non ha il pass pretende di avere gli stessi diritti di chi lo possiede. Le cose da noi vanno meglio, complici anche le città svuotate ad agosto, ma da settembre il problema potrebbe porsi anche qui.

“Ogni esercente deve verificare che il green pass, dove compaiono nome, cognome e data di nascita, sia corretto. Con l’ultima circolare dei giorni scorsi – spiega Luca Ascari, responsabile del settore ristorazione di Confcommercio Modena – se non c’è chiara corrispondenza tra chi lo presenta e il certificato stesso, l’esercente deve chiedere la verifica e questo può far scaturire situazioni poco piacevoli anche se fortunatamente per ora c’è molta collaborazione almeno qui a Modena”.

I gestori dei locali pubblici sono obbligati a chiedere il green pass al cliente ma “applicato solo ad alcune categorie, sempre le stesse, come i bar e i ristoranti, è sicuramente penalizzante. La cosa che noi non accettiamo è che venga fatta solo per i bar e ristoranti e non per le altre attività. E’ assurdo che se io vado a una festa particolare, come la Festa dell’Unità, non venga richiesto niente”.

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