Cure palliative e Fondazione Crc: quando si dice anticipare i bisogni…

La fondazione bancaria carpigiana sembra aver compreso l’importanza di investire non solo sui muri ma sul domicilio, ovvero laddove si giocherà - a partire da un futuro molto vicino - l’immensa sfida che ci si pone dinnanzi, ovvero il progressivo e costante invecchiamento della popolazione e la conseguente impennata di malattie croniche. E su questi temi ha avviato un dialogo con l’Ausl di Modena.

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Corrado Faglioni

La Fondazione Cassa di Risparmio di Carpi lancia il sasso e nasconde la mano sulla “questione Hospice”. Il presidente Corrado Faglioni ha nutrito dubbi sin dall’inizio circa l’operazione: dall’ubicazione a ridosso dell’argine del Secchia, in una zona a rischio idrogeologico, a Ponte Pioppa all’incerta sostenibilità economica legata a una gestione ancora del tutto nebulosa. Nemmeno il protocollo d’intesa sottoscritto da Ausl di Modena Fondazione Hospice San Martino, l’ente che realizzerà l’Hospice per l’Area Nord, è servito a dissipare tali perplessità. D’altronde nel documento, malgrado si legga come la San Martino abbia “elaborato uno Studio sulla gestione e annesso Piano economico–finanziario per la costruzione e gestione su cui chiede di aprire un confronto di merito con l’Ausl”, non si specifica né chi gestirà la struttura dedicata al fine vita né, tantomeno, come questa si farà carico degli elevati costi con cui servizi di questo genere devono fare i conti. Risultato? Il “promesso” milione di euro, da parte del predecessore di Faglioni, si è ridotto a 300mila euro. Un contentino per non turbare gli “orientamenti delle amministrazioni comunali” le quali, lo ricordiamo, dopo un tira e molla istituzionale durato anni e legato soprattutto alla scelta della location, hanno finalmente trovato un’intesa.

La Fondazione però rilancia e gioca l’asso di briscola deliberando uno stanziamento di altri 400mila euro da destinare, tra il 2022 e il 2025, all’assistenza domiciliare e a borse di studio/lavoro per psicologi per il sostegno di malati destinatari di cure palliative. Una mossa non prevista da parte dell’Ente dal momento che nessun soggetto o associazione avrebbe chiesto un finanziamento in tal senso. Chi sarà dunque il beneficiario di tale erogazione? 

“E’ stato tempestivamente programmato un incontro col direttore generale dell’Azienda Usl di Modena e con la direttrice del Distretto Sanitario di Carpi, diretto ad avviare con sollecitudine le azioni rivolte a portare parziale sollievo a tale tipologia di pazienti e alle loro famiglie” chiariscono dalla Fondazione. 

Dall’azienda sanitaria infatti arriva la conferma che il dialogo è stato avviato e che vi sarà un incontro ma non risulta vi sia stata da parte loro una richiesta di finanziamento sul versante delle cure palliative. Evidentemente la fondazione bancaria ha compreso l’importanza di investire non solo sui muri ma sul domicilio, ovvero laddove si giocherà – a partire da un futuro molto vicino – l’immensa sfida che ci si pone dinnanzi, ovvero il progressivo e costante invecchiamento della popolazione e la conseguente impennata di malattie croniche. Quando si dice anticipare i bisogni…

Nel frattempo la Fondazione San Martino resta a bocca parzialmente asciutta e deve accontentarsi delle briciole (ndr – 300mila euro) a fronte di un’opera il cui costo stimato è di circa 4 milioni. Certo il milione di euro assicurato dalla Regione è stato una vera manna dal cielo e in grado di coprire abbondantemente il buco lasciato dalla fondazione bancaria carpigiana. Ora la domanda è, considerato il precedente della Fondazione CRC, cosa farà quella di Mirandola? Il milione da lei promesso è a rischio? Dal canto suo la Fondazione San Martino resta alla finestra e attende: “ottenuta l’attesa risposta delle Fondazione bancarie, avremo il quadro delle risorse che sarà necessario raccogliere per la costruzione. Il nostro obiettivo è mettere insieme tali risorse per aprire il cantiere nel 2022”. L’operazione Hospice riuscirà a decollare?

Jessica Bianchi