Le colline di gesso della bassa val Tresinaro

Per questo sesto Sentiero minimo vi diamo un’opzione per la partenza e subito un consiglio: portatevi tutta l’acqua che vi serve e anche un po' di più, perché lungo il percorso non ci sono approvvigionamenti di alcun genere se non a metà percorso a Viano.

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Per questo sesto Sentiero minimo vi diamo un’opzione per la partenza e subito un consiglio: portatevi tutta l’acqua che vi serve e anche un po’ di più, perché lungo il percorso non ci sono approvvigionamenti di alcun genere se non a metà percorso a Viano.

Per quanto riguarda l’opzione, se volete entrare subito nel vivo del percorso partirete da Ventoso; se invece preferite non fare, appena scesi dalla macchina una salita molto ripida, allora inizierete da Cà de Caroli. Io preferisco la seconda così da “entrare in temperatura” e affrontare la salita meno bruscamente. Non che in questo modo si spiani il dislivello ma almeno non c’è l’effetto shock e la tentazione di tornare subito alla macchina.

Lasciamo dunque la macchina a Cà de Caroli in corrispondenza del Circolo Le ciminiere, bellissimo esempio di archeologia industriale, frequente in zona. Il territorio è stato infatti interessato nei secoli scorsi dallo sfruttamento della vena del gesso, con molti impianti del genere.

Anziché andare verso il sentiero che sale sulla collina vi proponiamo di tornare indietro sino all’incrocio dove c’è il ponte sul Tresinaro, svoltare a destra in via del Borgo che diventa poi via Strucchi. Si tratta di percorrere un chilometro fino a raggiungere la frazione di Ventoso. All’incrocio con via Goti si svolta a destra verso la collina e alla curva si tiene la sinistra su via Colombaia: già qui ci sono numerose segnalazioni del sentiero. Il tratto fatto fin qui è di puro trasferimento e di scarso interesse a parte gli edifici industriali ma eviteremo di farlo alla fine dell’anello, perdendo a mio parere un po’ del piacere del giro effettuato. Vediamo un altro antico impianto per la lavorazione del gesso e sempre proseguendo diritti iniziamo finalmente il sentiero vero e proprio.

A questo punto mettiamo le marce ridotte perché la salita verso il Monte Vangelo è molto breve ma assai ripida. Giunti quasi in cima ci si immette su un sentiero che arriva da Cà de Caroli e se pensate di aver sbagliato giornata, questa è la “via di fuga” più breve per tornare alla macchina.

Proseguite ora sul crinale sino a incrociare una strada sterrata dove terremo la destra, in pratica andando sempre in direzione sud. I più attenti avranno già notato che alle consuete indicazioni bianco-rosse del CAI con i numerini del sentiero si è aggiunta la sigla S.SP. Siamo infatti, da Ventoso, su un tratto del Sentiero Spallanzani, dedicato a questo scienziato e naturalista scandianese dell’800. Come al solito noi escursionisti da mezza giornata faremo un piccolo tratto della Via e rientreremo con un anello ma, se vi viene voglia, con questo percorso potete andare da Reggio Emilia fino a San Pellegrino in Alpe, in 8 comode e bellissime tappe.

La sterrata sul crinale, frequentatissima come tutta la zona da ciclisti in MTB, escursionisti, runner e cavalieri, prosegue consentendo di mantenere lo sguardo sulla sottostante valle del Tresinaro a destra e del Secchia a sinistra. Ma è la parata di colline e montagne che ci troviamo di fronte che costituisce uno spettacolo che ci ricompensa della fatica appena fatta. Proseguiamo godendoci il panorama sino alla Grande Quercia, talmente meravigliosa da essere stata pubblicata su una guida ministeriale degli alberi monumentali d’Italia. Il nostro sentiero deviava prima ma sarebbe un delitto non andare ad ammirare questo enorme albero.

Torniamo indietro di 300 metri e riprendiamo le indicazioni del Sentiero Spallanzani. Scendiamo lungo dei prati e la raccomandazione è sempre quella di avere dei pantaloni lunghi per evitare le possibili punture delle zecche. Scendiamo lungo questa carrareccia che alterna dei tratti al sole ad altri tra belle farnie sino a giungere al borgo di Colombaro con una bella casa a torre e una cascina con delle finestrature molto particolari. Proseguendo diritti ci immettiamo sulla strada Provinciale 75 che percorriamo solo per attraversare il ponte e trovarci alla chiesa di San Giovanni Battista in Rondinara. Il borgo merita una sosta, in realtà una scusa per prendere fiato in vista della prossima salita. Il sentiero prosegue di fronte alla chiesa con chiare segnaletiche e non c’è modo di sbagliare. Iniziamo a salire prima attraverso un boschetto dove è facile in primavera vedere orchidee selvatiche di almeno tre specie diverse, sino ad arrivare a dei prati che in alcuni periodi sono bianchi dai tanti margheritoni fioriti. Arrivati al culmine della salita se vi girate rivedrete sul versante opposto il crinale con la grande quercia: da qui per raggiungere la strada Provinciale 7 ci sono diverse carrarecce ma almeno la prima volta conviene seguire le indicazioni del S.SP. fino a sbucare su una strada inghiaiata dove svolteremo a destra. Dopo circa mezzo km siamo sulla strada che porta a Viano in corrispondenza di un negozio di pianoforti e antichità. Dobbiamo fare una cinquantina di metri di SP7 e poi attraversare prendendo per via Ca’ Pralzi sulla quale staremo fino a quando, in corrispondenza di una casa moderna color lavanda, dovremo deviare a destra verso il Castello di Viano. Ammetto che io qui la prima volta non ho notato i cartelli e preso dalla comodità della strada a mezza costa sono andato diritto, finendo poi in mezzo ai prati e saltando il castello. Quindi attenzione alla deviazione perché il castello decisamente merita di essere visto. La piccola carrareccia diventa in breve una larghissima strada in terra, recentemente sbancata senza tanto rispetto per la vegetazione, che ci porta in pochi minuti al castello, ora ristorante ultra-chic e B&B. Proseguendo lungo la strada, ora asfaltata, si scende prima verso il municipio di Viano e poi si arriva alla piazza di via Roma.

A questo punto secondo noi una fermata al Bar del Centro è obbligatoria e meritata: la torta di mele, quella di cioccolato ma soprattutto il buonissimo gnocco fritto H24 meritano una piccola deviazione. Riprese le forze e ristorati adeguatamente, riprendiamo il percorso di ritorno.

Dal bar suggeriamo di scendere verso il campo sportivo e prendere il Sentiero degli Alpini che ci porta facilmente sino al Lago Macina. A questo punto se avete un pizzico di spirito di avventura e non volete fare della salita per rimontare sulla SP7 potete proseguire lungo il Tresinaro, costeggiandolo per quanto possibile restando sulla sponda sinistra. Male che vada vi porterete verso la stradina asfaltata (via della Riva) sino ad arrivare alla chiesa di Rondinara dove siamo già passati. Se invece volete andare sul sicuro arrivati al laghetto per la pesca sportiva tenete la strada sulla sinistra (via San Romano) e in breve sarete al negozio di pianoforti dal quale per tornare a Rondinara seguite all’inverso il percorso dell’andata.

In ogni caso dobbiamo arrivare a Rondinara per oltrepassare il fiume e tenere poi la sinistra prima su via Colombaro e poi, al vecchio caseificio ristrutturato, svoltare in via Cà de Rossi. A questo punto prendiamo una stradina che dopo aver oltrepassato alcune case diventa un sentiero che costeggia per lo più all’ombra il Tresinaro. Fate attenzione alle molte MTB e godetevi il fresco fino a sbucare esattamente a Ca’ de Caroli.

Bruno Pullin

INFORMAZIONI

Località: Comune di Scandiano e Comune di Viano (RE)

Partenza da: Ca’ de Carolis, frazione di Scandiano

Percorso: ad anello di circa 20 km, con dislivello di 600 metri; 75% su strade sterrate e sentieri, 25% su strade secondarie asfaltate

Durata: circa 5 ore, oltre le eventuali pause