La variante Delta ce l’abbiamo già in casa: secondo l’ultima indagine di prevalenza delle varianti pubblicata dall’Istituto Superiore di Sanità, l’ex indiana, più contagiosa di circa il 60% rispetto a quella inglese, è all’1% e la sua diffusione maggiore si registra in Lazio, Sardegna e Lombardia.
E a Modena ha già fatto la sua comparsa? “In questi giorni – spiega il direttore generale dell’Ausl di Modena, Antonio Brambilla – la variante inglese è dominante (78%) poi vi sono quella brasiliana e quella nigeriana con percentuali intorno al 3/4%. Nei giorni scorsi in alcuni pazienti ricoverati a Pavullo era stata individuata una variante inizialmente non identificata: presente in alcuni data base mondiali non dà quadri clinici severi. La Delta ad oggi non è stata rilevata nel nostro territorio. Certo la sua contagiosità è fonte di preoccupazione ma è altrettanto vero che i vaccini, soprattuto quelli a mRna, garantiscono una protezione molto alta rispetto alla possibilità di sviluppare forme gravi di infezione”.
Rispetto all’efficacia dei vaccini, secondo i dati del Public Health England una singola dose di Pfizer-BioNTech o AstraZeneca ha un’efficacia solo del 33% nei confronti di questa variante, percentuale che dopo la seconda dose sale, rispettivamente, all’88% e al 60%. Inoltre l’ultimo studio inglese attesta come l’efficacia del ciclo completo nel prevenire le ospedalizzazioni è del 96% con il vaccino Pfizer-BioNTech e del 92% con quello AstraZeneca.
“Nel Regno Unito la diffusione della variante Delta è sostenuta perchè la maggior parte della popolazione ha ricevuto una sola dose di vaccino, perlopiù AstraZeneca, e dunque il contenimento della sua circolazione è stato più difficile. Qui il contesto è differente, i più anziani e fragili hanno già completato il ciclo vaccinale… Nel caso arrivasse siamo pronti ad affrontare anche la variante Delta”, conclude Brambilla.
Jessica Bianchi