Apre “A mente aperta”: uno studio pedagogico a 360°

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Si chiama “A mente aperta” lo studio pedagogico che l’educatrice Valentina Mora inaugura sabato 19 giugno in via Don D. Albertario n°61. Un luogo creato su misura dei bambini e dei ragazzi per aiutarli a liberare il loro potenziale umano e cognitivo, supportando le famiglie e riportando l’educazione al centro della vita.

Valentina Mora, educatrice e pedagogista laureata presso l’Università di Modena e Reggio Emilia, dopo aver maturato diverse esperienze presso servizi di scuola d’infanzia e come professoressa in un centro studi, e aver partecipato a ricerche sulla metacognizione alla scuola primaria, ha deciso di aprire uno studio di consulenza e attività pedagogiche per bambini e ragazzi.

Lo studio, che ha sede in via Don D. Albertario n°61 e che inaugurerà ufficialmente al pubblico sabato 19 giugno, si chiama “A mente aperta”.

Nel mio studio pedagogico- ha spiegato la Dottoressa Valentina Mora- mi occupo di sviluppare il potenziale umano e apprenditivo del bambino come dell’adulto, attraverso l’osservazione, l’analisi dei bisogni educativi della persona e la strutturazione di interventi di natura pedagogica”.

Quando e perché hai deciso di aprire lo studio pedagogico “A mente aperta”?

Il 2020 è stato, un po’ per tutti, un anno di riflessione sulla vita e su quello che accade intorno a noi e a me ha fatto capire che avrei voluto un posto che non solo fosse mio per esprimere e far convergere le mie due strade educative ma che fosse molto di più: un punto di riferimento per le famiglie e un punto d’incontro con altri professionisti per creare un percorso di crescita cooperativa. Un luogo in cui famiglie e professionisti siano in una relazione umana vera e sincera lontana dal giudizio”.

Quali sono le principali preoccupazioni/problematiche che ti manifestano i genitori di oggi e quali soluzioni proponi loro?

Ci sono le motivazioni più disparate per fare riferimento ad una pedagogista per una consulenza: dal percorso di ambientamento a scuola alla paura dei mostri, dallo spannolinamento al supporto nell’addormentamento, dal confronto nella scelta della scuola più adatta al consulto sulle proposte educative da fare a casa, dalla gestione del rapporto tra fratelli al sostegno all’arrivo del secondogenito e molto altro. Il riferimento del consulto pedagogico non si limita solo all’appoggio in caso di difficoltà o disabilità ma racchiude una cerchia educativa molto più ampia”.

Quali sono, invece, le principali esigenze che riscontri nei bambini e come ti poni per aiutarli a esprimere il loro potenziale?

I bambini fin da piccoli sono competenti, curiosi e alla scoperta del mondo. A me piace vederli con una lente d’ingrandimento sempre in mano che studiano ciò che li circonda, con i vestiti sporchi perchè talmente presi dalla pittura che si scordano di tutto intorno a loro, mi piace ascoltare le loro infinite storie di mondi mai esistiti creati da una costruzione di materiali di recupero oppure rilassati ad ascoltare una storia o a sfogliare le pagine di un libro. È da questa visione che nascono i servizi dello spazio sensoriale e dei laboratori 3-6. Tempi lenti di scoperta in luoghi pensati per proposte diversificate per diverse fasce di età e aree di interesse”.

Il tuo lavoro rappresenta un completamento rispetto al percorso che i bambini svolgono a scuola? Puoi spiegarcelo.

Il potenziamento è un completamento rispetto al percorso dei bambini a scuola che cerca di rallentarne i ritmi. Viviamo in una società “veloce” che pretende che anche l’apprendimento sia veloce e immediato, quando in realtà l’insegnamento e lo sviluppo di competenze hanno bisogno di ritmi prolungati che rispettino i tempi di ognuno. Attraverso il gioco e le proposte ludiche è possibile compensare i gap creati dalla velocità del sistema”.

Nella vita quotidiana quali consigli vorresti dare ai genitori per aiutarli a sviluppare il potenziale umano e cognitivo del loro bambino?

Vorrei semplicemente dire loro di concedersi tempo per provare ogni emozione, bella o brutta che sia, per respirare anche quando è davvero difficile farlo e concedersi tempo per se stessi: è dal benessere personale che nasce l’amore per l’altro. Non esiste un modo giusto o sbagliato di educare se lo si fa con amore e in armonia.

Ai bambini piace essere ascoltati, piace fare conversazioni con gli adulti e piace manifestare le proprie emozioni, quindi il mio consiglio per aiutare i genitori a sviluppare il potenziale umano dei propri figli è di chiederlo ai figli stessi”.

Chiara Sorrentino

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