È il 1955. Gli ambulanti del mercato della frutta e della verdura di Piazza Garibaldi chiedono al Comune la costruzione di una fontana al servizio del mercato stesso e l’Amministrazione Comunale acconsente affidando all’ingegnere capo Galdravio Paltrinieri l’incarico di contattare l’illustre concittadino Renzo Baraldi. Segue uno scambio epistolare e di bozzetti tra i due, nell’intento di progettare una Flora che sia comunque consona a una pubblica esposizione. Scrive infatti Baraldi, “sono in cerca di una Flora che possa fare al caso, immagino che verrà un po’ coperta e con frutta e fiori in grembo; è un soggetto un po’ difficoltoso, ma spero di trovare un motivo leggero da non cadere in una insalata. Sabato sarò a Carpi, porto con me il bozzetto come tu desideri”. Sul retro del foglio c’è uno schizzo della futura Flora e Baraldi continua, “come vedi vado pensando alla figura così seduta, si risolve meglio per il blocco in cemento, poi di dietro sarebbe coperta da un mantello aderente con molta frutta, pesci e verdura in grembo. Questa è una soluzione che tu puoi fare vedere (se credi), si può coprire di più o meno…dipende”. L’inaugurazione avverrà l’anno successivo.
Baraldi nel 1955 ha 44 anni, lavora a Firenze, dove si è affermato come scultore e pittore: per le sue doti manifeste sin dall’adolescenza, fu incoraggiato e sostenuto negli studi: nel 1934 il teatro comunale di Carpi ospitò la sua prima mostra di scultura. Grazie al successo dell’esposizione Baraldi fu presentato a Graziosi e a Carena e si trasferì a Firenze dove venne ammesso all’Accademia di Belle Arti. Era il 1935. Nel medesimo periodo gli era stato assegnato uno spazio nella parte alta del Castello comunale dei Pio: in tre stanzoni disadorni si riuniva (sono gli anni del circolo soprannominato Il Kremlino) con gli altri artisti e con amici carpigiani e si accendevano spesso anche discussioni politiche contro il regime fascista. Per le sue idee, fu costretto a lasciare Carpi e affrontare ogni genere di traversie (si rifugiò a Bari, già sede del comando inglese), prima di poter tornare nel 1945. Nel 1948 Baraldi è già a Firenze, dove si affermerà come artista, non trascurando di tornare a Carpi quante più volte poteva. Morì a 50 anni, nel 1961. Il rapimento di Flora risale al 1980 e fu perpetrato dall’allora sindaco Werther Cigarini: la statua scomparve per due anni e ricomparve nel 1982 in Piazzale Ramazzini dove oggi ha ripreso a zampillare, ricoperta di smog, in mezzo a un parcheggio. Se non è possibile un reintegro della Flora di Baraldi in Piazza Garibaldi, almeno si può provvedere a una sua valorizzazione nel ridisegnare Piazzale Ramazzini.