A Novellara, “nessun caso ma l’attenzione resta alta”

Nel comune della bassa reggiana è presente una comunità indiana che conta 500 persone circa a cui si aggiungono coloro che hanno la cittadinanza italiana. Per l’Ausl di Reggio Emilia non c’è nessun caso di variante indiana in provincia; una persona di ritorno dall’India si trova ricoverata per covid all’ospedale di Guastalla.

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L’India è al collasso con numeri record nei contagi e dopo i primi casi di variante indiana del coronavirus individuati in Veneto e la preoccupazione nel Lazio, anche l’Ausl di Reggio Emilia ha avviato le verifiche.

Nella Bassa Reggiana è presente una delle più folte comunità Sikh d’Italia, con moltissimi componenti impiegati nell’agricoltura e nell’allevamento locale. Il Ministro della Salute Speranza ha firmato un’ordinanza che vieta l’ingresso in Italia a chi negli ultimi 14 giorni è stato in India ma da metà gennaio è iniziato il pellegrinaggio induista di Kumbh Mela per immergersi nel Gange come vuole la tradizione.

Per l’Ausl di Reggio Emilia non c’è nessun caso di variante indiana in provincia; una persona di ritorno dall’India si trova ricoverata per covid all’ospedale di Guastalla.

“E’ una fase di attenzione” spiega Elena Carletti, sindaco di Novellara dove è presente una comunità che conta 500 persone circa a cui si aggiungono coloro che hanno la cittadinanza italiana. Qui ci sono un tempio indù e di un tempio sikh.

“Dai nostri referenti abbiamo avuto conferma che per la comunità indiana di Novellara questo non è un periodo di viaggi e spostamenti e non c’è, ad oggi, un’emergenza contagi ovviamente continuiamo a mantenere monitorata la situazione. Tra l’altro – sottolinea il primo cittadino che la comunità sikh abita in una regione, il Punjab – che è molto più a nord rispetto alla città di Varanasi dove avvengono i bagni nel Gange e per altro la comunità sikh non svolge questo tipo di ritualità

La comunità indù che ha diverse usanze religiose a Novellara è più piccola.

I luoghi di culto sono sottoposti a protocolli rigidi concordati con l’Ausl e le presenze si sono fortemente ridotte in questi mesi, “non assistiamo più ai grandi raduni degli anni scorsi ma si tratta di cerimonie vissute in modo più ristretto”.

 

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