A piccoli passi la filosofia è entrata alla scuola primaria Rodari e ha appassionato i giovani alunni della classe 4°A che hanno avuto la possibilità, grazie alle loro insegnanti Enrica Malavasi e Marisa Ricci, di uscire dal sentiero del sapere strutturato per esplorare nuove strade, “ponendosi domande e aprendosi a un possibile ventaglio di risposte, ognuna supportata da argomentazioni plausibili, per arrivare a concepire la pluralità delle opinioni”.
A condurre i giovanissimi alunni lungo i percorsi della filosofia è stato Gianluca Poggi laureato al corso triennale di Filosofia all’Università di Torino, che nel Collegio San Carlo di Modena ha trovato un punto di riferimento per sviluppare la progettualità dedicata alla scuola d’infanzia e alla primaria.
Progetto Nausicaa, il percorso di cinque incontri laboratori in presenza dal mese di novembre fino a quando la scuola ha chiuso i battenti, prende il nome dal film d’animazione giapponese degli anni ’80 Nausicaa della Valle del Vento, ambientato in un mondo contaminato in cui si può vivere solo con la mascherina e al quale si contrappone un altro mondo parallelo. “Si parte da una situazione iniziale per sollecitare la riflessione in diversi ambiti. È la domanda non la risposta il vero motore della ricerca e della costruzione del sapere; non esistono – spiega l’insegnante Enrica Malavasi – risposte giuste o sbagliate e tutte meritano considerazione”.
Così “gli alunni si sono messi in viaggio – spiega Poggi – come persone e cittadini responsabili verso un’idea condivisa di città, dando forma a un luogo che ci potesse ospitare tutti, lavorando a piccoli gruppi e poi preparando l’assemblea plenaria, ispirati dalla lettura delle Città Invisibili di Calvino. Per dare corpo alla riflessione hanno realizzato concretamente fondali e paesaggi della città che rispecchia i loro desideri e le loro paure per metterle a fuoco individuando cosa fare per superare gli ostacoli”.
I giovani alunni della 4° A della Scuola Primaria Rodari si sono interrogati sulle necessità primarie distinguendo cosa è essenziale e cosa superfluo, a cosa si può rinunciare per il bene del gruppo, per poi costruire la piramide dei bisogni essenziali.
E ancora, partendo dal testo Piante e animali terribili hanno esplorato le caratteristiche di piante e animali molto particolari, creature da brivido, da cui ogni bambino ha preso spunto per individuare le caratteristiche in cui identificarsi. Ogni alunno ha poi costruito il suo totem per farsi riconoscere dai compagni di classe.
“È in questo modo, esercitando lo spirito critico e non accontentandosi mai delle riposte, che questi ragazzi hanno sperimentato l’uscita dell’uomo dallo stato di minorità, il fondamento della pratica filosofica per Kant” conclude Gianluca Poggi. Quando questo atteggiamento entrerà nelle nostre scuole?