E’ una minoranza delle imprese quella che avrà accesso ai contributi del decreto Sostegni: solo il 30% delle aziende (la percentuale sale al 43,6% per cento delle imprese della moda) riuscirà ad avere i ristori avendo superato il 30% delle perdite. A dirlo sono i dati elaborati dall’Ufficio Studi della Lapam sulla base del campione di 5.248 imprese associate esaminate tra Modena e Reggio Emilia: sono stati confrontati i bilanci del 2020 con quelli dell’anno precedente per verificare le effettive perdite e avere il polso reale della situazione.
![](https://temponews.it/wp-content/uploads/2021/03/Carlo-Alberto-Rossi-768x432-300x169.jpg)
Lapam ha documentato che queste 5.248 imprese hanno emesso fatture per complessivi 908 milioni di euro nel 2020. Considerando che nel 2019 la cifra raggiungeva 1 miliardo e 83 milioni, si tratta di una perdita media del 16,1% del fatturato. “Ci sono state anche aziende che con la crisi hanno visto crescere il fatturato – precisa Carlo Alberto Rossi segretario generale Lapam – anche del 29%, per esempio nel settore biomedicale”.
Calcolando i ristori sui ricavi effettivi le cifre non sono particolarmente significative e Rossi porta alcuni esempi concreti. Per esempio, “una parrucchiera passata da 93mila euro di fatturato a 56mila euro porterà a casa 1.850 euro; nel settore della ristorazione, un self service passato da 683mila euro a 414 mila euro, a fronte di un meno 39% di ricavi, percepirà 9mila euro; un bar passato da 95mila euro a 67mila euro con un calo del 29% non percepirà nulla. E’ stato superato il discorso dei codici Ateco ma le cifre che vengono rimborsate restano non significative rispetto alle perdite che ci sono state”.
E’ la dimostrazione – per Lapam – che c’è chi ha potuto lavorare e crescere e chi è stato costretto a chiudere dalle restrizioni anti-contagio subendo forti contrazioni di fatturato. E resta l’ingiustizia nei confronti di chi, pur avendo subito ingenti perdite, oltre il 20% del fatturato comunque non avrà nulla.
“Quello che chiediamo è di poter lavorare in sicurezza perché i ristori non vanno a coprire quelle che sono effettivamente le perditeù” conclude Rossi.
S.G.