Vaccini, manca la mentalità da ‘guerra da vincere presto’

Per ora siamo ancora alla retorica sui vaccini. In Emilia Romagna hanno completato la vaccinazione duemila persone in meno rispetto alla scorsa settimana e il totale delle dosi somministrate è aumentato ma resta lontano da numeri che possano lasciare pensare alla campagna di vaccinazione di massa.

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Per ora siamo ancora alla retorica sui vaccini. In Emilia Romagna hanno completato la vaccinazione duemila persone in meno rispetto alla scorsa settimana e il totale delle dosi somministrate è aumentato ma resta lontano da numeri che possano lasciare pensare alla campagna di vaccinazione di massa. Vacciniamo il doppio delle persone rispetto all’inizio ma il numero delle dosi quotidianamente iniettate è ancora insufficiente, irrisorio, ridicolo. Completano la vaccinazione ogni giorno in media 6,6mila persone in regione e di questo passo servono sempre i canonici 23 mesi per vaccinare tutti gli emiliano romagnoli. Draghi ha parlato di mezzo milione di vaccinazioni al dì ad aprile, precisamente a partire dalla Pasqua, ossia tra pochissimo ma lasciamo alle parole il loro peso perché a parlare saranno sempre i numeri.

Continuiamo a sperare nell’arrivo dei vaccini che sono stati prodotti ma devono essere consegnati e somministrati, operazioni queste ultime due che non sono meno complicate della prima.

“In tempo di guerra servono uomini di guerra in campo ma pare proprio che manchi la mentalità da guerra da vincere presto. Nonostante le tante ore di lavoro e l’impegno in questo frangente gli uomini di pace restano ingabbiati dalle direttive superiori” sottolinea Giorgio Verrini, medico volontario al Centro Vaccinale di Carpi.

L’Europa burocratica e avara ha ritardato il processo di approvvigionamento mercanteggiando sui prezzi e rifiutando di concedere esenzioni di responsabilità. A livello locale la decisione di vaccinare per Pasqua e Pasquetta è legata alla disponibilità dei pochi infermieri che per motivi sindacali devono osservare dei turni di riposo. I carpigiani sono tutti disponibili perché in zona rossa sono tutti a casa

“Non è concepibile con oltre 400 morti al giorno seguire gli orari e le abitudini dei bottegai” rincara la dose il dott. Verrini.

Intanto si lavora nell’area tra i Poliambulatori e le camere ardenti dove verrà realizzata una tensostruttura per supportare il Centro Vaccinale che è stato collocato all’interno dei locali del Centro Prelievi nel piano interrato dei Poliambulatori dove può funzionare solo dalle 12 in poi e gli spazi non sono certo adeguati a una vaccinazione di massa. “Per mettere in piedi una tensostruttura con pavimenti in legno, servizi igienici, impianto di raffrescamento e riscaldamento servono settimane ma in guerra si mettono su tendoni da campo in un giorno. Siamo a Carpi e se proprio scappa ci sono i servizi igienici nel vicino Poliambulatorio”.

Sara Gelli

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