“Contrastare gli abbandoni di rifiuti è come la Fatica di Sisifo, il giorno dopo è tutto come prima”

Nel corso del tempo in città gli abbandoni di rifiuti si sono moltiplicati. “Dal luglio 2020 a oggi abbiamo ricevuto 45 segnalazioni di rifiuti gettati vicini ai cassonetti e altre 123 relative ad abbandoni sparsi sul territorio. Praticamente una chiamata al giorno. Mi domando perché si debba gettare la carcassa di un mobile in un fosso quando basta una telefonata e veniamo a ritirarla gratuitamente… E’ inspiegabile. Chi abbandona è una minoranza, ma fa molto rumore”, commenta il presidente di Aimag, Gianluca Verasani.

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Via Tolomeo foto di repertorio

La sua faccia sporca, Carpi, negli ultimi anni, la sta mostrando sempre più spesso. L’immondizia è ovunque, nei fossi, nelle aree verdi, a ridosso dei bidoni di plastica e vetro. Basta passeggiare per scorgere rifiuti ovunque. Un degrado che ha spinto volenterosi cittadini a rimboccarsi le maniche per tentare di ripulire le tracce di chi, senso civico e rispetto della cosa pubblica, non sanno nemmeno cosa siano. 

Un malcostume quello degli abbandoni di rifiuti, più o meno ingombranti, con cui la municipalizzata di casa nostra, Aimag, deve fare i conti giorno dopo giorno. Segnalazione dopo segnalazione. Un’impresa impari: per ogni discarica a cielo aperto sanata, ne spuntano altre tre, perché all’inciviltà non c’è limite e perchè i furbetti del pattume la passano quasi sempre liscia. “Lo sforzo compiuto è paragonabile alla Fatica di Sisifo poiché dopo aver ripulito, spesso il giorno dopo torna tutto come prima. E’ frustrante”, spiega il presidente della multiutility, Gianluca Verasani. 

il presidente di Aimag, Gianluca Verasani

Presidente, nel corso del tempo in città gli abbandoni di rifiuti si sono letteralmente moltiplicati. Crede che tale fenomeno sia imputabile all’introduzione della raccolta door to door a tariffazione puntuale?

“Il fenomeno degli abbandoni è davvero difficile da comprendere poiché non ha motivo di esistere dal momento che esistono i centri raccolta. Nel corso degli anni la situazione è decisamente peggiorata ma prescinde dalla modalità di raccolta. Io abito a Campogalliano e qui, dove esistono ancora i cassonetti dell’indifferenziato, la situazione è pressoché identica a quella carpigiana. Basta passeggiare per rendersi conto della quantità di immondizia gettata a terra o a ridosso dei bidoni e se poi si imbocca una strada chiusa o secondaria è tutt’altro che raro imbattersi in mucchi di laterizi e oggetti ingombranti”.

Può darci qualche numero?

“Dal luglio 2020 a oggi abbiamo ricevuto 45 segnalazioni di rifiuti gettati vicini ai cassonetti e altre 123 relative ad abbandoni sparsi sul territorio. Praticamente una chiamata al giorno”.

Ricordiamo anche che Aimag ritira gratuitamente gli ingombranti a casa…

“Perché buttare la carcassa di un mobile in un fosso quando basta una telefonata e veniamo a ritirarla gratuitamente? A Carpi poi le isole ecologiche, a turno, sono sempre aperte, sabato compreso. E’ inspiegabile. Chi abbandona è una minoranza, ma fa molto rumore”.

Come considera l’attività di tanti cittadini che, giorno dopo giorno, in modo del tutto volontario, ripuliscono la città?

“La loro è un’attività meritoria e preziosa che noi supportiamo con forza. Pensi che da gennaio ad oggi hanno raccolto ben 221 sacchi di rifiuti”.

Nei giorni scorsi sono state multate 30 persone per abbandono di rifiuti, pizzicate grazie alle telecamere. Crede che rafforzare i controlli possa essere una risposta all’inciviltà?

“Certo le telecamere costituiscono un importante deterrente ma è sulla cultura e sulla sensibilizzazione della cittadinanza che occorre puntare: abbiamo a disposizione un solo pianeta e abbiamo il dovere di preservarlo per le giovani generazioni. Le sanzioni a chi insozza la città sono necessarie ma noi crediamo molto nell’educazione e nella formazione soprattutto dei ragazzi. Per questo motivo entriamo nelle classi per parlare di rispetto ambientale, sostenibilità e riciclo. La distribuzione delle borracce agli studenti è un’azione che va proprio in questa direzione: meno bottigliette equivalgono a meno rifiuti da avviare a recupero. Un impegno green, il nostro, che vogliamo concretizzare anche in altri modi a partire dalla piantumazione di nuovi alberi in città. Tanti considerano gli abbandoni un malcostume tipico italiano ma non dimentichiamo che l’Italia è il primo paese in Europa per quantità di rifiuti riciclati. Al 79% degli scarti industriali e urbani viene data nuova vita: un primato positivo. Insomma, possiamo migliorare”.

Pensate di introdurre degli incentivi premianti per incoraggiare il giusto conferimento dei rifiuti?

“Può sembrare strano premiare chi fa semplicemente il proprio dovere ma stiamo valutando alcune tipologie di incentivo. Già oggi chi si reca presso un centro di raccolta per conferire rifiuti come oli esausti o batterie gode di sconti in fattura… vorremmo strutturare e ampliare ulteriormente tale azione nel limite del possibile dal momento che, lo ricordo, l’attività rifiuti è regolata. Un altro fenomeno che mi piace molto e che sta prendendo piede è il cosiddetto nudging, ovvero la spinta gentile. Il nudge nasce con l’intento di indurre le persone a modificare il proprio comportamento e, nel nostro caso, per incentivarle a mettere i rifiuti nel posto giusto. Uno dei rifiuti più comuni che si trovano per le strade, sui marciapiedi e nelle aree verdi sono certamente i mozziconi di sigaretta. E allora perchè non imitare altre città in cui sono stati collocati ad esempio dei posaceneri-quiz dal colore acceso per attirare l’attenzione dei passanti: chi preferisci tra Messi e Ronaldo? I fumatori potranno votare semplicemente inserendo il proprio mozzicone nello spazio apposito. Insomma azioni non obbligatorie ma dalle ricadute positive”.

Centro di raccolta in via Pezzana

Anche a Carpi la raccolta door to door diverrà totale – vetro, plastica e alluminio – come in alcuni comuni della Bassa modenese?

“La discussione con l’Amministrazione Comunale è in atto; ci stiamo ragionando e anche se questo implica un impegno e un onere in più per Aimag, la qualità dei conferimenti col metodo porta a porta è assolutamente incomparabile a quella recuperata dai cassonetti, dove spesso le persone gettano di tutto in modo indiscriminato. Una raccolta tanto capillare è molto onerosa per chi opera ma nonostante ciò la nostra tariffa sui rifiuti è una delle più basse in Italia”.

Quanto rifiuto indifferenziato produciamo all’anno procapite?

“Mediamente i 167mila abitanti del bacino servito da Aimag producono 58 chili a testa ogni anno. Un ottimo risultato considerato che l’obiettivo stabilito dall’Unione europea è il raggiungimento dei 100 chili pro capite.

Il problema è che se moltiplichiamo quel valore per tutti sfioriamo quota 10mila tonnellate: rifiuti che vanno a riempire le discariche. Lavorare sulla selezione è necessario ma non sufficiente, è fondamentale produrre meno rifiuti. Come? Scegliendo prodotti con poco packaging ad esempio, optando per l’acqua del rubinetto e acquistando manufatti con cicli di vita lunghi”. 

Se un oggetto viene abbandonato, vale il principio del Res nullius (cosa di nessuno). In soldoni, possiamo prenderlo?

Ovviamente non devono essere oggetti smarriti perché in quel caso dovrebbero essere riconsegnati al legittimo proprietario, ma quelli effettivamente abbandonati si possono prendere e riutilizzare”.

La creazione, come in altri comuni del bacino di Aimag, di un mercatino del riuso a ridosso dei centri di raccolta non potrebbe essere utile per arginare il fenomeno degli abbandoni e, allo stesso tempo, per dare alle persone in difficoltà economica l’opportunità di acquistare oggetti utili a prezzi piccoli?

“Abbiamo avviato proprio in questi giorni un dialogo con alcune cooperative sociali per avviare un’esperienza del genere anche a Carpi. Occorre organizzarli bene, altrimenti il rischio che si corre è quello di creare una seconda discarica dove la gente butta di tutto quando non ci sono gli operatori. I centri del riuso di Campogalliano, Novi, Medolla, Cavezzo e Soliera funzionano bene. Si può lavorare su due fronti: vendere oggetti riparati a un prezzo minimo da un lato e creare oggetti di design a partire dal recupero grazie alla collaborazione di alcuni artisti. Ci stiamo lavorando”.

Jessica Bianchi 

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