“Siamo pieni di cicatrici ma continuiamo a dare il meglio che possiamo”

Condividiamo la lettera scritta dall'infermiera Laura Berti per dare coraggio ai colleghi con cui trascorre notte e giorno bardata nelle tute per assistere i pazienti che continuano a riempire la Terapia intensiva dell'Ospedale Maggiore. Una situazione comune a tutti gli ospedali impegnati in prima linea per combattere il Covid 19.

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Il fatto che li vedi tutti interi non significa che non siano a pezzi. Se non riesci a essere gentile prova almeno a non essere un idiota”. 

Questa la dedico a noi tutti: infermieri, medici e oss… e a tutti gli altri che non cito altrimenti non finirei più, ma che sono altrettanto importanti.

A noi che abbiamo scelto un lavoro che amiamo, non perché gli altri siano meno importanti, semplicemente perché noi abbiamo amato questo. Perché probabilmente il lavoro che ti piace te lo devi sentire dentro sia che tu cotoni le code agli scoiattoli sia che tu diventi il presidente degli USA. Devi amare ciò che fai.

La dedico a noi perché siamo pieni di cicatrici, abbiamo ferite e smagliature dell’anima, perché ci sono morti pazienti fra le mani più spesso di quanto sia umanamente sopportabile. Siamo andanti in frantumi talmente tante volte per i “nostri” pazienti che abbiamo perso che non abbiamo più frammenti da riattaccare, le nostre emozioni e la nostra anima ormai sono composte da polvere di stelle per quante volte ci siamo sentiti andare in pezzi senza avere il tempo di metabolizzare.

La dedico a noi perché nonostante le urgenze, i mille ricoveri, gli inghippi, i turni infiniti in cui usciamo stanchi e doloranti abbiamo ancora la forza di ridere tutti insieme.

La dedico a noi perché scherziamo, non per mancanza di rispetto, ma perché sappiamo il potere terapeutico delle risate e, laddove, possibile, cerchiamo di far ridere anche i pazienti.

La dedico a noi che vediamo la paura e sentiamo le voci tremanti dei pazienti quando gli si dice che devono essere intubati, la dedico a noi perché continuiamo a tenerli per mano anche quando li si addormenta per intubarli e farli respirare meglio, la dedico a noi perché andiamo a casa cercando di pensare che ce la sentiremo stringere di nuovo la mano, magari trasferendoli in reparti meno critici ben consapevoli che non possiamo averne la certezza.

La dedico a noi che nonostante siamo allo stremo continuiamo a dare il meglio che possiamo.

La dedico a noi perché faremo ancora video dove cantiamo e balliamo, non perché non ci sia nulla da fare ma proprio perché abbiamo bisogno anche di alleggerirci il peso sulle spalle con qualche cosa di simpatico.

A voi chiediamo solo di usare la testa, di essere responsabili, di aiutarci a uscirne (possibilmente migliori e non peggiori).

Laura Berti, infermiera di Terapia intensiva  dell’Ospedale Maggiore di Bologna

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