Parco Lama e lino: un binomio possibile?

“Facciamo di Carpi un’eccellenza nella produzione e nella trasformazione di fibre tessili naturali”. E’ questa l’idea lanciata dall’ex consigliere comunale carpigiano Andrea Losi che ha raccolto l’interesse del Linificio e Canapificio Nazionale di Villa d’Almè (BG), deciso a sviluppare una filiera completamente italiana.

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Un campo di lino

Un contenitore vuoto. Così l’ex consigliere comunale carpigiano Andrea Losi definisce il Parco Lama, progetto di cui si è iniziato a discutere in città oltre un decennio fa. Al momento, spiega, non vi sono altro che “suggestioni”, parola tanto evocativa quanto vuota di significato, sull’area dell’Oltreferrovia.

“Vi sono l’idea di un Parco pubblico, un accordo siglato tra Fondazione Cassa di Risparmio CarpiComune e Ateneo di Modena e Reggio Emilia per portare all’interno dell’area dell’ex Consorzio Agrario un corso universitario di Ingegneria, un’area agricola di qualche ettaro inserita in una visione di parco agricolo, e poi?” domanda provocatoriamente Losi.

Ma come si possono tenere insieme agricoltura e impresa? 

Come si coniugano verde e innovazione? Cosa può unire la terra, la ricerca e l’impresa locale?

L’idea suggerita da Andrea Losi è quella “di fare di Carpi un’eccellenza nella produzione e nella trasformazione di fibre tessili naturali”. In Italia esiste una realtà imprenditoriale importante e storica, di assoluta avanguardia nel settore: il Linificio e Canapificio Nazionale di Villa d’Almè (BG), parte del Gruppo Marzotto. La materia prima proviene in gran parte dall’estero (Francia, Belgio e Olanda per il lino, Cina per la canapa), ragion per cui il Linificio sta pensando di sviluppare una filiera completamente italiana di produzione di fibre tessili naturali. “Una sperimentazione sul campo – prosegue Losi – che potrebbe iniziare proprio a Carpi e procedere di pari passo col progetto del Parco Lama e dell’Università. Università che a quel punto potrebbe avere la sua peculiarità proprio nella ricerca e sviluppo sulle fibre tessili naturali e sul comparto meccanico per la loro produzione; il Parco Lama diventerebbe funzionale alla ricerca sul campo dell’Università e potrebbe restare un parco pubblico a fini didattico educativi per tutte le scuole di Carpi, mentre l’area agricola del Parco, insieme a tutto il settore agricolo di Carpi, potrebbero essere investiti direttamente dal progetto”.

Un’idea apprezzata dall’amministratore delegato del Linificio e Canapificio Nazionale, ingegner Pierluigi Fusco Girard, il quale si è detto interessato al progetto.

Il linificio, da 150 anni a questa parte, coniuga tradizione e innovazione: oltre a trasformare il lino in filati che poi, a loro volta, diventano tessuti di pregio per il mondo dell’abbigliamento e dell’arredamento, nel suo centro di ricerca a Villa d’Almè, il più grande al mondo del settore, sono stati messi a punto alcuni brevetti di materiali bio-compositi i quali potranno aprire strade nuove e alternative nel mondo dell’automotive (rivestimenti), della musica (casse acustiche) e dello sport (tavole da surf). Tra i brevetti vi è anche una rete virtuosa e sostenibile da utilizzare del packaging. 

Dal momento che uno degli obiettivi del Recovery Fund, conclude Andrea Losi, “è la conversione Green dell’economia, non è da escludere che un progetto di questo tipo potrebbe rientrare tra quelli finanziabili. Basta che tutti i soggetti coinvolti si siedano attorno a un tavolo per discutere del futuro della città”. Un futuro che speriamo possa essere nel segno del verde, anziché del grigio cemento”.

Jessica Bianchi 

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