Tornano in prima linea i medici in pensione

Possiamo contare su un gruppo di dottori volontari in questo sforzo di vaccinare la popolazione a partire dai più fragili. Sono in tutto otto: Giorgio Verrini (in foto), Annalena Ragazzoni, Giorgio Miselli, Giuseppe Gaglianò, Mirco Gavioli, Glauco Coccapani, Francesco Salinaro e Anna Mantovani.

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Giorgio Verrini

Possiamo contare su un gruppo di dottori volontari in questo sforzo di vaccinare la popolazione a partire dai più fragili: per dare una mano a somministrare rapidamente il vaccino anticovid hanno dato la loro disponibilità medici che, pur essendo in pensione, hanno deciso di aiutare in modo efficace. Ci sono gli inevitabili ostacoli legati alla burocrazia ma, quando si sono proposti, sono stati subito guardati con molto interesse dai colleghi che già fanno turni massacranti e dai cittadini per i quali rappresentano una presenza rassicurante. Sono in tutto otto: Giorgio Verrini, Annalena Ragazzoni, Giorgio Miselli, Giuseppe Gaglianò, Mirco Gavioli, Glauco Coccapani, Francesco Salinaro e Anna Mantovani.

Alcuni di loro sono già abilitati, altri devono risolvere il nodo dell’assicurazione o della vaccinazione ma saranno presto disponibili come volontari per accelerare l’attività di vaccinazione.

“Il primo giorno è andato tutto bene – racconta il dott. Verrini – e mi sono occupato dell’accettazione degli anziani over 85 affiancandoli nella compilazione del lungo modulo di anamnesi”.

Nei locali del Centro Prelievi nel piano interrato dei Poliambulatori funzionano tre delle sei postazioni allestite per le vaccinazioni, affidate a due giovani dottoresse neolaureate; un centinaio gli over 85 vaccinati nella prima giornata.

“Ci sarebbe la possibilità di accelerare – osserva il dott. Verrini – predisponendo la vaccinazione per i pazienti dializzati, che già si recano in ospedale tre volte alla settimana e sono da considerare pazienti fragili. Si potrebbero vaccinare gli accompagnatori nel momento in cui accedono al Centro Prelievi per portare il loro familiare anziano. Non si stanno cogliendo preziose occasioni per ottimizzare il lavoro ma non voglio pensare che sia per rigidità istituzionale. Non si capisce perché di fronte all’urgenza di contrastare le varianti del covid non si faccia un’attività vaccinale più intensa: la mia paura è che ci siano pochi vaccini”.

L’altro appunto del dott. Verrini riguarda i locali scelti per la vaccinazione. “Nel Centro Prelievi nel piano interrato non disponiamo di ampi spazi e l’aerazione è poca perché i soffitti sono bassi. È un ambiente scomodo e sicuramente nelle prossime settimane saranno valutate altre soluzioni. Possibile che a Carpi non ci sia un privato che metta a disposizione il proprio opificio in disuso?”.

Dott. Verrini, ma che effetto le ha fatto rientrare dopo tre anni? “È stato bello, tutti mi conoscono ed è un piacere mettere a disposizione le mie competenze per la collettività”.