“Il mio Achille è un terapeuta a quattro zampe”

La Dottoressa Elisa Paterlini, psicologa e psicoterapeuta di Carpi, vive un rapporto a 360° con il suo bassethound Achille: “è un familiare fidato a casa e un valido collega sul lavoro. Come terapeuta aiuta le persone ad aprirsi e a superare le loro paure”.

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Il cane entra subito in empatia con le persone e può essere un ottimo mediatore relazionale: chi ne ha uno lo sa bene”.

A dirlo è la dottoressa Elisa Paterlini, psicologa e psicoterapeuta di Carpi, che da 11 anni condivide la sua casa e il suo studio con Achille, un tenero bassethound di circa 30 kg.

Quando è stata la prima volta che Achille è diventato un suo alleato in psicoterapia?

La prima volta che Achille mi ha accompagnato in studio come supporto terapeutico è stato su richiesta di una mia paziente che aveva paura dei cani.

Temeva di uscire per una passeggiata o una corsa perché in campagna dove vive lei ci sono tanti cani.

Poi un giorno, durante una seduta, vedendo la foto di Achille nel mio studio, mi disse che con lui, dall’aspetto così tenero e bonario, avrebbe anche potuto fare un tentativo di approccio e così ho colto subito la palla al balzo.

Achille è stato straordinario con lei. Si è comportato con grande delicatezza, la stessa che riserva ai bambini per esempio, e la paziente si è sciolta. Ha iniziato ad accarezzarlo, ad acquisire consapevolezza e a fidarsi di lui. Oggi, anche grazie ad Achille, è in grado di gestire la sua paura dei cani”.

Qual è il ruolo di Achille durante la terapia psicologica?

È a tutti gli effetti un facilitatore relazionale. In sua presenza il paziente smette di essere completamente incentrato su di sé e su tutte le proprie ansie dovute al colloquio psicologico al quale sta partecipando con il terapeuta.

In pratica il mio Achille permette di rompere il ghiaccio, facendo emergere delle modalità relazionali spontanee che distendono e rilassano la persona. Lui è lì, l’annusa e chiede solo di essere accarezzato.

Achille mi accompagna spesso anche quando incontro degli adolescenti e dei bambini che, ancora più degli adulti, si lasciano guidare dalla sfera istintuale ed emozionale che il cane è in grado di mobilitare.

Ovviamente, prima di portare Achille in una seduta terapeutica ne parlo prima col paziente e gli chiedo se è d’accordo. Finora Achille si è sempre dimostrato un validissimo alleato. C’è anche da dire che molto dipende dalla razza e dal carattere del cane. Ci sono certi tipi di cani più predisposti alla socialità e all’empatia di altri”.

E com’è il suo rapporto con Achille a casa? È di supporto psicologico anche per lei?

Assolutamente sì. Io e Achille viviamo insieme da 11 anni, da quando cioè abitavo ancora con i miei genitori. Sono stata io a volerlo fortemente nonostante le iniziali titubanze dei miei, e quando sono andata a convivere con il mio compagno l’ho portato con noi. Condividiamo gran parte della giornata: in casa, nel mio studio e all’aperto.

Caratterialmente è molto affettuoso, testardo e protettivo. Ci siamo confortati a vicenda in alcuni frangenti difficili della vita e l’amore che provo per lui è quasi inspiegabile a parole, tanto che l’ho tatuato sulla pelle con ben quattro tatuaggi!

Per me Achille è come un figlio, e adesso che sto per averne uno (sono al settimo mese di gravidanza) è diventato ancora più protettivo e premuoroso nei miei confronti.

Quando mio figlio nascerà mi aspetto che sarà dolcissimo e rispettoso con lui come lo è con tutti i bambini. Non vedo l’ora di vederli insieme perché sono sicura che sarà un ottimo compagno di giochi e un fidato fratello maggiore”.

Chiara Sorrentino