Il quadro dei contagi da Covid in provincia di Modena resta alto rispetto alla media nazionale

“Da alcune settimane - spiega Antonio Brambilla, direttore generale dell’Ausl di Modena - il tasso di positività sui tamponi effettuati oscilla tra il 10 e il 15%. Stiamo vivendo una sorta di plateau e siamo stabili rispetto a numero di contagi e pressione sugli ospedali”. Problemi anche sul fronte vaccinale dopo la decisione di Pfizer-Biontech di ridurre il numero di dosi da consegnare.

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Antonio Brambilla, direttore generale dell’Ausl di Modena

Il quadro dei contagi da Covid in provincia di Modena resta alto rispetto alla media nazionale. “Da alcune settimane – spiega Antonio Brambilla, direttore generale dell’Ausl di Modena – il tasso di positività sui tamponi effettuati oscilla tra il 10 e il 15%. Stiamo vivendo una sorta di plateau, siamo stabili rispetto a numero di contagi e pressione sugli ospedali ma, fortunatamente, i numeri dei nuovi positivi sono lontani da quelli registrati nel mese di novembre”. Una situazione complessa che sta mettendo a dura prova i presidi ospedalieri: ieri (lunedì 19 gennaio) erano 409 le persone ricoverate nella nostra rete provinciale, tra Terapia intensiva (71 pazienti) e reparti Covid per acuti. “Numeri su cui ci siamo ormai attestati e che riusciamo a reggere – prosegue il direttore – ma la peso sui nostri operatori resta rilevante. Lo stress lavorativo legato a turni lunghi e faticosi e l’impegno psicologico che i nostri collaboratori stanno sopportando, infatti, si protraggono ormai da molto tempo. Una pressione lavorativa che riguarda non solo gli ospedalieri ma anche medici di famiglia, farmacisti… insomma tutta la rete della sanità modenese pubblica e privata”. Una fatica fisica e mentale che “proseguirà ancora”, ammette Brambilla, dal momento che la campagna vaccinale ha subito una battuta d’arresto a causa della decisione di Pfizer-Biontech di ridurre il numero di dosi da consegnare.
La Pfizer ha infatti comunicato, senza alcun preavviso, che avrebbe unilateralmente ridotto le fiale destinate all’Italia nel corso di questa settimana del 29%. “La nostra regione però – prosegue il direttore generale – si è vista dimezzare le dosi e Modena anziché le 9mila promesse ne ha ricevute poco più di 4.600. Speriamo che tale situazione venga al più presto sbloccata”. Al momento l’adesione degli operatori alla campagna vaccinale è del 70% (tra le fila dei medici quasi nessuna astensione mentre sono gli operatori socio sanitari coloro che sinora hanno più frequentemente declinato l’invito) e nelle Cra sono stati vaccinati circa 4.500 soggetti. “Se arriveranno le dosi previste inizialmente, da metà febbraio potrà decollare la fase 2 e inizieremo a vaccinare gli over 80 più fragili assistiti al proprio domicilio. Uno sforzo enorme che richiederà anche un rafforzamento di personale: le Usca infatti non saranno in grado di farsi carico di una tale mole di lavoro”.
Tra gli obiettivi dell’Ausl di Modena, quello di aprire più centri vaccinali, oltre a quello di Baggiovara, per “essere ancor più veloci” e di implementare l’attività estendendola da 12 ore continuative a 14: “il problema non è l’organizzazione – conclude Brambilla – bensì la mancanza di dosi”.
Jessica Bianchi