Il Mercato di Porta Modena riaprirà i battenti e questa è già di per sé una buona notizia. In disuso dall’ottobre del 2015, la struttura di Piazzale Ramazzini è vuota da allora e, collocata in una delle porte di accesso più prestigiose della città, costituisce un pessimo biglietto da visita essendo oggi consegnata al degrado. Non possiamo permetterci che quello stabile resti chiuso per altro tempo.
Il Comune di Carpi, proprietario dell’edificio, archiviata l’ipotesi di venderlo, ha optato per la strada dell’affitto (il canone annuo di base è fissato in 95mila euro) e, a fine settembre, ha aperto i termini della consultazione preliminare, cioè una raccolta di manifestazioni d’interesse puramente conoscitiva, che si è conclusa il 30 novembre: a farsi avanti per la gestione sarebbero state tre sigle di catene alimentari per l’apertura di un supermercato.
Al di là della necessità di un altro punto vendita in considerazione delle recenti numerose aperture (ma sarà il mercato a decidere), cominciano a insinuarsi leciti interrogativi sulla capacità di consumo di cibo dei carpigiani (siamo sempre 75mila, ma quanto mangiamo?!?).
In questi cinque anni non è mancata la discussione in città sulla valorizzazione di questo polo strategico per rilanciare l’intera zona: accanto alla storica vocazione alimentare di questo edificio in cui per alcuni si poteva profilare una soluzione come quella del Mercato Albinelli di Modena, sono state lanciate proposte per farne una vetrina della moda carpigiana oppure, con un bowling, un centro di aggregazione per giovanissimi.
L’ultima idea è stata avanzata da Carpi Urban Center che ha lanciato la sfida della demolizione dell’edificio del 1939 per restituire alla città questo spazio e farne una piazza o un giardino.
Adesso che l’Università è sbarcata a Carpi e dal 2022 l’ex Consorzio Agrario di via Corbolani ospiterà un corso di laurea in ingegneria, la riqualificazione di tutto il contesto urbano non potrà prescindere da questa opportunità unica per una città che non è capoluogo di provincia: il contesto, la logistica e la mobilità si dovranno modellare di conseguenza e prevedere mense, ritrovi, biblioteche specifiche. C’è la volontà di farlo? Non possiamo ambire alle OGR di Torino (https://ogrtorino.it cliccare per credere) ma dobbiamo guardare avanti.
Sara Gelli