PF Cool: “facciamo camici per reagire alla crisi della moda”

L’azienda di moda carpigiana PF Cool, proprietaria del marchio di abbigliamento Paola F., ha riconvertito parte della propria produzione in camici e altri articoli per medici. “E’ il nostro tentativo di reagire alla crisi”, spiega la titolare Paola Fatalò.

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Paola Fatalò

Nonostante la moda sia uno dei settori che purtroppo sta risentendo maggiormente della crisi economica innescata dalla diffusione del Coronavirus, il fashion system non si arrende. Sono ormai numerose le imprese grandi e piccole che hanno riconvertito parte della loro produzione per realizzare dispositivi di protezione individuale indispensabili per mettere al sicuro il personale sanitario. Dopo aver avviato a marzo la produzione di mascherine in tessuto per la cittadinanza, la ditta PF Cool, proprietaria del marchio di abbigliamento Paola F., ha deciso di dedicarsi anche alla produzione di camici e altri articoli in tessuto-non tessuto (tnt) certificati per medici e altro personale sanitario.

“La riconversione – spiega la titolare Paola Fatalò – è stata necessaria sia per reggere all’urto della crisi che per rispondere alle esigenze del Paese. Abbiamo avuto la capacità di reinventarci e reagire in modo tempestivo investendo in risorse umane ed economiche”.

E’ stato complesso l’iter per ottenere la certificazione?

“Sì, abbiamo dovuto intraprendere un percorso lungo e dispendioso. Ci siamo dovuti avvalere di uno studio specialistico per il biomedicale per far testare il nostro prodotto a varie prove di laboratorio come, ad esempio, gli esami di pulizia microbica. Dopo aver superato tutti i test abbiamo ottenuto i documenti per avere la certificazione CEE, e l’inserimento dei nostri articoli nel Repertorio Nazionale dei Dispositivi Medici”.

Quali sono le caratteristiche dei vostri camici? Che ricerca avete fatto per avviare la produzione?

“I nostri camici sono in tessuto tnt, di diverse grammature, trattato con idrorepellente antigoccia e traspirante. Per garantire un prodotto di qualità è stato necessario in primis la reperibilità di materia prima di alta qualità senza tralasciare la continuità nel procacciamento della stessa, dotarci di ambienti sanificati sanificati, controllare la lavorazione del prodotto passo per passo e, non meno importante, ci siamo avvalsi di una collaboratrice esterna che ci ha aiutato nel processo di organizzazione: la professional organizer di Carpi, Rosa Farina”.

Vi rivolgete solo all’Italia o anche al mercato estero?

“I nostri clienti sono posizionati in tutta Italia e Europa. La maggior parte sono Enti Ospedalieri e Operatori nel settore Sanitario/Medico. Speriamo con questa nuova produzione di sopperire alle perdite subite nella produzione e vendita di abbigliamento a causa della pandemia”.

Chiara Sorrentino