Come eravamo: Senza Goldoni non si può

Nel 2005 nel breve saggio su Le macchine in agricoltura: da krumire a irrinunciabili alleate, Luciana Nora, responsabile del Centro Etnografico del Comune di Carpi racconta l’avvento delle macchine nella nostra zona ripercorrendo la storia dalla fine dell’Ottocento. Dalle macchine per il truciolo a quelle per la vitivinicoltura dedicando ampio spazio alla storia della meccanizzazione in agricoltura. L’ultimo capitolo è dedicato alla produzione di macchine agricole nella seconda metà del ‘900: oltre alla Goldoni sono citate la Lugli Carrelli Elevatori e l’officina di Stefano Benetti e Alvise Battini da cui nacque la Centauro.

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La Goldoni è nata dall’intuizione imprenditoriale dei suoi fondatori ed è passata nel corso degli anni di padre in figlio mantenendo inalterate le sue origini e le sue tradizioni - Foto di Massimo Trenti

Nel 2005 nel breve saggio su Le macchine in agricoltura: da krumire a irrinunciabili alleate, Luciana Nora, responsabile del Centro Etnografico del Comune di Carpi racconta l’avvento delle macchine nella nostra zona ripercorrendo la storia dalla fine dell’Ottocento. Dalle macchine per il truciolo a quelle per la vitivinicoltura dedicando ampio spazio alla storia della meccanizzazione in agricoltura. L’ultimo capitolo è dedicato alla produzione di macchine agricole nella seconda metà del ‘900: oltre alla Goldoni sono citate la Lugli Carrelli Elevatori e l’officina di Stefano Benetti e Alvise Battini da cui nacque la Centauro.

Nel 1959, dopo alcuni anni di sperimentazione e orientamento, gradualmente viene abbandonata la produzione di pompe per passare a quella di motocoltivatori. Negli anni successivi la Goldoni ha saputo mirabilmente interpretare le istanze espresse da un mercato sempre più esigente.

Nel testo si legge: “… La Goldoni, come realtà artigianale, creava nell’immediato secondo dopoguerra le premesse per un decollo industriale come Officina Meccanica dei Fratelli Goldoni, e si collocava sul mercato con pompe idrauliche per l’agricoltura, le quali, presentate anch’esse alla XV Fiera di Modena tenutasi nel 1953, venivano segnalate per l’accurata costruzione, per la loro lunga durata, robustezza, per facilità d’impiego, adatte per ogni uso, sia per vigneti che per frutteti, per competitività di prezzo in ragione della loro produzione in serie. Era l’inizio di una delle realtà produttive tra le più significative in termini economici e occupazionali, presenti sul territorio carpigiano, a cavallo con quello reggiano. Nel 1959, dopo alcuni anni di sperimentazione e orientamento, gradualmente viene abbandonata la produzione di pompe per passare a quella di motocoltivatori.

La Goldoni, come realtà artigianale, creava nell’immediato secondo dopoguerra le premesse per un decollo industriale come Officina Meccanica dei Fratelli Goldoni, e si collocava sul mercato con pompe idrauliche per l’agricoltura

Negli anni successivi la Goldoni ha saputo mirabilmente interpretare le istanze espresse da un mercato sempre più esigente e, nel 1967, era così presentata: “[…] Goldoni, cioè i magnifici cinque Celestino, Valseno, Franco, Leo, Severino Goldoni, che dalla vecchia officina familiare di Migliarina che prima della guerra produceva pompe, hanno fatto negli anni di duro e intelligente lavoro la seconda azienda d’Italia del settore, un marchio conosciuto e apprezzato nelle fiere agricole di mezzo mondo, da Bari a Verona, da Madrid a Lipsia, tanto che lo si vende ormai a scatola chiusa. I principali prodotti Goldoni, supercollaudati, piazzatissimi, ricercatissimi sono: i motocoltivatori Minor, Super, Export, buoni per tutti gli usi agricoli: aratura, fresatura, zappatura, irrorazione, falciatura, trasporto; il trattore GM4 snodato, vero gioiello della meccanica, capace di voltarsi su un raggio ridottissimo. Tranne i motori e i pneumatici, tutto viene fatto nella fabbrica di Migliarina, che è dotata ormai di forni e stampi per la forgiatura dei singoli pezzi componenti il prodotto finito. [Le macchine Goldoni] vanno dovunque vi sia un’agricoltura di tipo costiero o collinoso: Liguria, Sardegna, Calabria, Sicilia, le grandi province di Cuneo e Aosta, Austria, Grecia, Jugoslavia, Iran, Portogallo, Spagna, Algeria, Somalia, Israele, Libano… Nel 1964 e nel ’65, anni di congiuntura, i Goldoni hanno piazzato rispettivamente 1.600 e 2.000 macchine… Gli agenti in Italia sono 120, i subagenti non si contano; 93 sono i Consorzi agrari serviti dai Goldoni”.

Pompa irroratrice Goldoni utile ai trattamenti alle piante, databile metà anni Cinquanta – Foto Gasparini

Tra il 1967 e il’69 vennero collocati sul mercato ben trentamila unità della serie Export. Attualmente la Goldoni, che continua ad essere un’azienda a conduzione familiare, più che mai, serve quell’ampio segmento relativo a macchine piccole e medie, preziose per le colture di ridotta o disagevoli entità poderali. La sua produzione, suddivisa tra varie linee di montaggio con un ciclo produttivo di 24 ore su 24, sfiora complessivamente le 13.000 unità annue e viene eseguita in un moderno impianto industriale che copre una superficie complessiva di 130.000 metri quadri dei quali 65.000 interamente coperti; conta 250 concessionari sul territorio nazionale, ha due filiali commerciali all’estero: una in Francia e l’altra in Portogallo, esporta in 84 paesi del mondo, dispone di un servizio ricambi con 50 dipendenti fissi. I suoi macchinari montano motori Lombardini e Jan Dear e amplissimo poi è l’indotto coinvolto nella sua produzione”.

Sara Gelli