Imparare a pedalare per acquisire autonomia

Si è concluso Donne a pedali - corso per imparare ad andare in bicicletta e fare tanta strada verso l’autonomia. A partecipare 14 donne di tre diversi continenti – Asia, Africa ed Europa – che non hanno perso una lezione. Anche le età sono state molto diverse, dai 57 anni di Rita Helena dal Brasile alla più giovane Alessia, di 14 anni, italiana.

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“Sono molto contenta di essere riuscita a non avere più paura di andare in bicicletta”: sono le parole di Fatima, 54enne di origini marocchine, a racchiudere il senso e l’importanza di Donne a pedali – corso per imparare ad andare in bicicletta e fare tanta strada verso l’autonomia, l’iniziativa destinata a donne italiane e straniere promossa a Carpi da UDI, nell’ambito del progetto Erostraniero, in collaborazione con Recuperandia e Il Mondo in Bicicletta. Per chiunque ricordi le donne emiliane della prima metà del secolo scorso, sia per storia familiare o per la conoscenza indiretta fornita da romanzi, testi di storia o film, sa bene cosa abbia rappresentato la bicicletta in termini di indipendenza femminile: possibilità di spostarsi senza bisogno di chiedere il permesso o un passaggio agli uomini, capacità di raggiungere i luoghi di lavoro, ma anche quelli di svago e socializzazione, in autonomia. Temi attuali anche oggi, per chi proviene in Italia da realtà lontane, in cui a volte la strada verso una più completa autonomia della donna ha raggiunto livelli differenti. Come testimonia anche la 29enne Ruta, proveniente dalla Lituania: “per me una bicicletta significa più autonomia e tempo risparmiato. Il corso era anche un modo per socializzare e passare il tempo. Con la bici puoi fare veloce, andare al lavoro o divertirti con gli amici”. Il progetto, finanziato dalla Consulta C del Comune, avrebbe dovuto svolgersi la scorsa primavera, ma a causa della pandemia è stato riorganizzato e ripreso tra settembre e ottobre, adattando le attività didattiche alla nuova situazione, nel rispetto delle norme di sicurezza. Fondamentale, nella riuscita, la collaborazione dei volontari esperti ciclisti che hanno condotto gli incontri, a Manuela Bellelli che ha insegnato le regole e i comportanti da seguire in strada e a tutte le associazioni coinvolte nel progetto. Un corso di sei incontri, di cui il primo, teorico, sul tema dell’educazione stradale, tenutosi lo scorso 2 ottobre presso la Casa del Volontariato, mentre le restanti lezioni pratiche si sono svolte presso l’ex Foro Boario. A partecipare 14 donne di tre diversi continenti – Asia, Africa ed Europa – che non hanno perso una lezione. Anche le età sono state molto diverse, dai 57 anni di Rita Helena, dal Brasile, alla più giovane Alessia, di 14 anni, italiana. “Ho imparato ad andare in bici grazie a questo corso che mia madre ha trovato su Facebook. Ieri sera, mentre cenavo con mia sorella e mia mamma, mi sono commossa pensando alla felicità e al coraggio che mi è stato necessario per pedalare con voi pur essendo la più piccola del gruppo. Ho detto al mondo intero che ho imparato ad andare in bici, e ora, su quella sella, mi aspettano lunghe corse”. “Si è trattato di una prima esperienza molto positiva – commentano i volontari – in cui tutte le partecipanti hanno imparato ad andare in bicicletta da sole, in un luogo protetto e speriamo che presto possano da sole affrontare il traffico cittadino. Speriamo, se la situazione sanitaria lo permetterà, di poter replicare nuovamente l’iniziativa il prossimo anno”.

Marcello Marchesini

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