“Non ci siamo mai fermati e abbiamo garantito alle persone la possibilità di muoversi ma ora serve un sostegno per gli utenti in grado di spingere la domanda, che non è ripresa abbastanza nei mesi successivi al lockdown” afferma Andrea Milani, referente Cotamo a Carpi. Nessun provvedimento concreto è stato messo finora in pista e a rischio c’è la sopravvivenza delle imprese. Il fermo di taxi e noleggio con conducente è stato revocato ma i problemi restano. Sul filo di lana l’incontro dei rappresentanti della categoria con l’assessore regionale Andrea Corsini ha evitato la protesta proclamata per il giorno successivo, venerdì 18 settembre, e le parti si sono impegnate ad attivare in tempi rapidi un tavolo di confronto per definire le misure a sostegno della ripresa della mobilità delle persone e gli strumenti economici per permettere al settore di uscire il più rapidamente possibile dalla crisi con risorse disponibili già dai primi mesi del 2021. Ai Comuni si chiede di attivare un tavolo per l’allocazione delle risorse del fondo nazionale per la mobilità dell’utenza fragile affinché le risorse, appena disponibili, siano tempestivamente distribuite.
Per Andrea Milani, “ci sono innumerevoli ambiti in cui operare: nell’integrazione del trasporto scolastico, nei collegamenti con le zone a domanda debole, nei trasporti casa-lavoro e nel trasporto delle persone con difficoltà motorie: adottando provvedimenti utili ad aiutare i cittadini dell’Emilia Romagna con difficoltà negli spostamenti si avrebbero di fatto anche ricadute positive sulla domanda”.
Ad oggi il calo del giro d’affari di un taxista si aggira intorno al 40%. Ci sono persone che si servono del taxi regolarmente per recarsi all’ospedale; altre che utilizzano il servizio quando restano a piedi col treno; circa un terzo del lavoro è legato agli spostamenti per affari legati alle aziende, da quelle della maglieria alla Goldoni, “purtroppo anch’esse in grande sofferenza”; molto apprezzato è stato anche Taxi anch’io attivo di notte quando le discoteche non erano chiuse, più di sei mesi fa.
Come nel resto del Paese, anche a Carpi i taxisti sono alle prese con problemi che condizionano il lavoro di ogni giorno: c’è chi ferma il tassametro e chiede cifre astronomiche; chi lavora a prezzi stracciati, di giorno e di notte, senza dormire mai; chi si muove da comuni limitrofi sottraendo il lavoro e chi non dà la propria disponibilità per effettuare il servizio notturno.
Insomma, “il servizio di taxi – conclude Milani – è garantito da una quota di persone che ha buona volontà e ci mette tanto impegno, ma è un mestiere molto particolare in cui non sempre si riescono a far rispettare leggi e regolamenti. Ai Comuni è affidato il ruolo di vigilare ma non è in cima alle priorità dell’Amministrazione. Il rischio è che situazioni poco chiare si possano radicare in un tessuto che è stato sano fino a qualche anno fa: situazioni sporadiche si possono anche digerire ma non è possibile tollerarle quando diventano sistematiche”.
Sara Gelli