E’ la prima ricerca italiana che analizza le alterazioni del sistema immunitario dovute al Covid-19 con l’obiettivo di pianificare le strategie per mettere il coronavirus al tappeto. Il lavoro partito già nel mese di marzo è firmato dal professore Andrea Cossarizza ordinario di patologia generale e immunologia all’Università di Modena e Reggio Emilia ed è sostenuto da Bper Banca che ha ribadito il proprio impegno nel sostenere queste ricerche che hanno fornito alla comunità internazionale dati utili per l’avvio della sperimentazione di nuovi farmaci in grado di contrastare in modo sempre più efficace il Coronavirus.
Il professor Cossarizza intervistato da Giada Chiari ha richiamato nuovamente l’attenzione sull’utilizzo dei dispositivi nelle scuole e soprattutto sull’importanza di vaccinarsi contro l’influenza tradizionale..
Professore, in cosa consiste la ricerca?
In realtà abbiamo fatto diversi tipi di ricerche che hanno valutato la risposta del sistema immunitario all’infezione, cioè come l’organismo reagisce quando arriva questo maledetto virus. Ci sono quelli che hanno una riposta efficace, che lo controllano e ci sono quelli in cui la risposta è proprio sbagliata, il sistema immunitario impazzisce e mette in moto meccanismi che portano alla catastrofe totale come abbiamo visto purtroppo dal numero dei pazienti deceduti anche da noi”
Ed è possibile stabilirlo prima con esami?
“Non è possibile in questo momento. In un futuro non è impossibile pensarlo con un numero maggiore di dati di genetica della popolazione ma in questo momento non è assolutamente possibile predire la reazione di chi viene contagiato. Per ora sappiamo che nei giovani l’infezione è più lieve ma non in tutti perché qualcuno è finito in rianimazione; sappiamo che i problemi in persone che hanno altre patologie sono maggiori; sappiamo che le persone obese e ipertese hanno problemi ancora maggiori”.
Attualmente che evoluzione ha avuto il virus?
“Ci sono cento persone in Italia in terapia intensiva. Il virus non è assolutamente mutato, questa è una sciocchezza. È assolutamente identico a come si presentava a febbraio e che ha causato migliaia di morti. Non è cambiato, è sempre aggressivo. E’ cambiato il modo in cui lo affrontiamo perché con il distanziamento sociale, le mascherine e il lavaggio delle mani abbiamo messo in atto misure che contengono il numero di particelle virali che vengono trasmesse tra le persone”.
Come distinguere i sintomi dell’influenza da quelli del covid?
“E’ molto difficile. Quello che dovrà essere fatto è vaccinare massimamente la popolazione. La vaccinazione antinfluenzale, per quanto la sua efficacia non sia sempre altissima, va fatta perché sarà altrimenti sarà complicato per i medici clinici affrontare pazienti che hanno 38 di febbre, mal di gola e problemi respiratori. Distinguere l’influenza da covid sarà una gara dura”.