Rientro a scuola: il rompicapo del trasporto pubblico

Non era più semplice limitare la capienza degli autobus ai soli posti a sedere come ipotizzato qualche settimana fa? Arrivare a una capienza intorno al 60% non era sufficiente? Non sarebbe stato così anche più facile gestire la situazione sugli autobus? Autorizzando i posti in piedi (quanti?), non finirà tutto fuori controllo?

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Non era più semplice limitare la capienza degli autobus ai soli posti a sedere come ipotizzato qualche settimana fa? Arrivare a una capienza intorno al 60% non era sufficiente? Non sarebbe stato così anche più facile gestire la situazione sugli autobus? Autorizzando i posti in piedi (quanti?), non finirà tutto fuori controllo?

Il trasporto pubblico continua a essere un rompicapo: a pochi giorni dalla riapertura delle scuole governo e Regioni vanno a caccia di un compromesso che tenga insieme le esigenze di sicurezza con il ritorno in aula. Pur potendo intuire fin dai mesi drammatici del lockdown le pesanti conseguenze che ne sarebbero derivate, ci si è ridotti all’ultimo con l’acqua alla gola e il rischio pressoché inevitabile che qualcuno rimanga a piedi.

A livello regionale, per i diversi fattori in gioco, indipendenti tra loro ma con una forte relazione l’un con l’altro, si sarebbe dovuta prevedere una cabina di regia per affrontarli connettendoli a livello di sistema, a maggior ragione per garantire il bacino di Modena che, rispetto agli altri regionali, è già sottofinanziato. Così non è stato e alla Conferenza Stato-Regioni si è continuato a tirare la coperta per definire la capienza che dopo aver oscillato tra il 50% e l’80% con una differenza sostanziale tra ciò che avrebbe voluto il governo e ciò che possono le Regioni, si è assestata alla fine all’80%, “purché vengano messe in atto le misure di sicurezza”. É comunque chiaro che se gli autobus non possono essere utilizzati al 100% occorre trovare altri mezzi aggiuntivi ma il problema, lo ricordiamo, è pandemico: ovunque si stanno cercando autobus e sarà molto difficile trovarli. Alcune aziende di trasporto pubblico sono impegnate nella ricerca di pullman privati e del gran turismo ma servono finanziamenti da parte della Regione per pagare i mezzi in più.

Un altro fattore determinante è quello legato alle decisioni del mondo della scuola rispetto a ingressi e uscite diversificate: se gli studenti dovranno essere contemporaneamente tutti presenti in aula alle otto del mattino la pressione sul trasporto pubblico sarà inevitabilmente più forte.

È chiaro che nessuno di questi singoli fattori è risolutivo da solo e l’ultima incognita è quella che pesa di più: quante saranno le famiglie che vorranno utilizzare il trasporto pubblico?

 

 

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