In Italia ogni 9 minuti una persona viene colpita da un arresto cardiaco improvviso: solo il 2% si salva. Un intervento tempestivo, con le prime manovre di rianimazione e l’impiego dei defibrillatori semiautomatici esterni (DAE), può rivelarsi decisivo: defibrillare entro 3-5 minuti dall’inizio dell’arresto può consentire, infatti, la sopravvivenza del paziente nel 50-70% dei casi. Ma se nessuno interviene, le loro probabilità di farcela calano del 10-12% per ogni minuto che passa. Per cercare di salvare quante più persone possibili, nell’ottobre del 2017, è nato un progetto, dal respiro regionale, realizzato dal Centro regionale tecnologie del 118, che si basa sull’utilizzo di una App: DAE respondER. Un’applicazione questa, nata sotto l’egida della Regione Emilia Romagna, che ha consentito, ad esempio, di garantire un’efficiente catena del soccorso e di intervenire precocemente nel rianimare la 70enne caduta lo scorso 24 giugno dalla sua bicicletta, tra via Ivo Voltolini e via Rebucci, a Carpi, a causa di un malore. Ma come funziona DAE respondER?
“La App – spiega Donatella Del Giudice, responsabile del Centro regionale tecnologie 118 – è pienamente integrata con le tre centrali operative 118 presenti in regione. Questo significa che quando qualcuno chiama e l’operatore si trova di fronte a un probabile arresto cardiaco, automaticamente tutti coloro che si sono registrati all’applicazione, e che si trovano in prossimità dell’evento, vengono allertati affinchè possano intervenire in anticipo rispetto ai mezzi di soccorso, portando eventualmente con sé anche un defibrillatore. La App è dotata di una mappatura dei dispositivi a uso pubblico più vicini alla propria posizione (sono oltre 5mila i DAE presenti in regione compresi quelli sui mezzi sanitari): la consultazione è dinamica per offrire in tempo reale tutte le informazioni necessarie e facilitare la localizzazione e l’individuazione del defibrillatore e capire se in quel preciso momento è disponibile oppure no. Per rendere le operazioni ancora più semplici e rapide, la App prevede anche l’invio automatico delle coordinate di localizzazione per portare così velocemente il soccorritore sul luogo dell’evento”.
Tutti coloro che hanno compiuto 18 anni possono registrarsi sulla App e, prosegue Donatella Del Giudice, “per farlo non è necessario aver frequentato un corso e conseguito la certificazione. Uno degli obiettivi del progetto, infatti, è anche quello di portare semplicemente il dispositivo e, una volta giunti sul posto, qualcuno dovutamente guidato dalla centrale operativa del 118 potrà usarlo. L’essenziale è garantire la massima tempestività: ricordiamoci che se una persona non viene defibrillata entro 10 minuti la sua possibilità di sopravvivenza si riduce quasi a zero”.
Al momento sono 9.300 le persone registrate, “stavamo correndo speditamente verso quota 10mila – continua Del Giudice – ma l’emergenza Covid ci ha assestato una battuta d’arresto. Confidiamo ora in una rapida ripresa: per garantire il corretto funzionamento di un sistema probabilistico e raggiungere numeri importanti infatti occorre poter contare su una consistente massa critica. Più persone scaricano la App e si registrano, maggiore sarà la probabilità che qualcuno si trovi vicino al luogo pubblico in cui si è verificato un arresto cardiaco e intervenga”. Per incentivare azioni salvavita di defibrillazione precoce territoriale da parte di personale non sanitario, conclude Del Giudice, “abbiamo messo gratuitamente a disposizione il nostro software per tutti i sistemi 118 delle regioni che vorranno adottarlo”. Un esempio virtuoso che merita di essere esportato. Per il bene di tutti noi.
Jessica Bianchi