Ennio Morricone se n’è andato a 91 anni lasciandoci più di 500 melodie spesso immortali per il cinema e la televisione. Sedeva da tempo nel ristretto pantheon dei più grandi musicisti da cinema di sempre come conferma l’Oscar alla carriera nel 2007. Ennio Morricone, compositore e direttore di orchestra, era ricoverato per le conseguenze di una caduta. Il suo ultimo brano, Tante pietre a ricordare, in memoria delle vittime del Ponte Morandi, sarà suonato la sera prima dell’inaugurazione del ponte progettato da Renzo Piano. A ricordare Ennio Morricone è il Maestro Carlo Guaitoli, carpigiano, direttore d’orchestra e pianista.
“Ci ha lasciati un artista enorme, un vanto per tutti gli italiani. Quando si va all’estero e si parla di musica non manca mai nei discorsi il nome di Ennio Morricone. E’ stato un grandissimo musicista che ha lasciato scolpiti dei gioielli nella storia della musica per il cinema, con una vena creativa impressionante e la capacità di graffiare con le sue melodie, di lasciare il segno, con una raffinata arte armonica dell’orchestrazione. Un musicista veramente straordinario di altissimo livello che sarà ricordato nella storia come Nino Rota e i grandi”.
Non solo colonne sonore e musica per il cinema. “Mi piace ricordare – continua il Maestro Guaitoli – che Morricone, oltre a essere celebre per le sue colonne sonore, per le quali ha avuto anche l’Oscar alla carriera, era un musicista che comunque ha scritto tanta altra musica non per il cinema e alla quale lui teneva particolarmente. Desidero sottolineare questo aspetto perché credo che a lui farebbe piacere e, in vita, deve aver un po’ sofferto il fatto di essere talmente famoso per le colonne sonore da aver lasciato un po’ in ombra tutta l’altra produzione a cui teneva molto”.
Infine, il ricordo del rapporto con il carpigiano Carlo Rustichelli, anch’egli compositore.
“Ennio Morricone era un grande amico del carpigiano Carlo Rustichelli, altro famoso compositore di colonne sonore. Condividevano anche un piano della stessa casa all’Eur in cui io andavo spesso a trovare Carlo Rustichelli al quale ero legato da una profonda amicizia. Nell’appartamento accanto c’era Ennio Morricone e mi piace raccontare di questa grande amicizia che c’era tra di loro. Il termine che ho usato, graffiatura, viene da Rustichelli perché si parlava spesso di questo elemento che è fondamentale quando si scrive e lui diceva che erano pochi i musicisti che avevano questo dono, di lasciare un segno, un graffio, e Morricone era assolutamente uno di quelli”.