Il via libera della Regione Emilia Romagna è arrivato inaspettato e Comuni, Asp e gestori dei servizi si sono messi al lavoro perché nessuno vuole rischiare di tornare indietro. Dopo tre mesi di stop, riaprono le Case Residenza per anziani ma modalità, tempi e durate delle visite dei parenti saranno molto diversi da come erano prima dell’emergenza sanitaria per garantire l’assoluta sicurezza osservando tutte le norme.
Le linee guida regionali prevedono ingressi limitati e scaglionati, visite su appuntamento e con una durata indicativa di trenta minuti. Se possibile, le visite dovranno essere limitate a un solo familiare, che all’ingresso sarà sottoposto alla misurazione della temperatura.
E, ancora, al momento della prenotazione ai visitatori verrà fatto un colloquio telefonico sul rischio Covid-19, e non potranno accedere alla struttura coloro che nella valutazione abbiano evidenziato sintomi compatibili con il virus o siano stati esposti a rischio di contrarre l’infezione. Le visite saranno comunque autorizzate dopo il parere favorevole dei responsabili delle strutture. Dovranno inoltre essere individuate aree dedicate agli incontri optando preferibilmente per spazi esterni. Non è ammesso l’accesso di familiari e parenti agli spazi di degenza, come le camere da letto, tranne in casi particolari e su autorizzazione della direzione sanitaria. “Si tratta un protocollo particolarmente impegnativo – afferma Cristiano Terenziani, amministratore unico di Asp, Azienda Servizi alla Persona delle Terre d’Argine – e avrà ricadute dirette sulla vita di tutti i giorni nelle residenze protette, sul modo di lavorare delle persone e sui bilanci. Alla Tenente Marchi il cancello è sempre stato aperto e i parenti potevano entrare liberamente in qualsiasi momento della giornata per stare in compagnia degli ospiti partecipando al pranzo della domenica. Non sarà mai più così, siamo a un nuovo punto zero e ci aspettano cambiamenti di cui oggi non abbiamo ancora completamente coscienza”.
Il peggio nelle Case Residenza per Anziani delle Terre d’Argine (Quadrifoglio, Carpine e Tenente Marchi a Carpi, Cortenova a Novi, Focherini-Marchesi e Pertini a Soliera) è passato ma “gli anziani hanno pagato un prezzo altissimo, non solo quelli che si sono ammalati. Il fatto di restare isolati, trascorrendo tante ore nella propria camera, costretti rinunciare alle attività ricreative e alla socialità all’aperto ha aggravato le loro fragilità”.
Nel rispetto delle norme, alla Tenente Marchi “in questi giorni abbiamo già consentito le visite dei familiari rigorosamente all’aperto e a distanza perché rivedere la propria famiglia è uno stimolo importante. Abbiamo sempre garantito il contatto telefonico e visivo attraverso le video chiamate ma non è come vedersi di persona pur senza baci e abbracci”.
Per Terenziani, il covid-19 è come un nuovo terremoto. “Allora avevamo capito che c’erano persone che non conoscevamo, anziani che non avevano mai chiesto niente e i cui bisogni erano emersi solo in occasione del sisma. Oggi la realtà dell’epidemia ci impone nuovi modi di lavorare. Ma nulla sarà impossibile grazie alla disponibilità e alla professionalità dimostrata in questo frangente da chi lavora nelle strutture protette: infermieri, oss, medici di struttura e tutto il personale, in condizioni complicate (e non solo dai dispositivi di protezione individuale) giorno dopo giorno continuano a prendersi cura dei nostri affetti più cari”.
Sara Gelli