Si è definito l’inizio della Fase 2 fissato per il 4 maggio e tra i settori considerati prioritari dalla task force di Vittorio Colao c’è quello delle costruzioni.
“L’attività dei cinquanta cantieri che CMB gestisce in Italia si è fermata tra il 9 e il 23 marzo- spiega Paolo Zaccarelli, direttore Risorse Umane, Organizzazione – e serviranno parecchie settimane per riprendere a pieno regime”. Sebbene il decreto non prevedesse la chiusura dei cantieri ferroviari e stradali è stato impossibile garantirne il proseguimento perché il personale impegnato nei lavori, lontano da casa propria, non poteva più contare su bar, ristoranti e alberghi. Tutto era stato chiuso.
E’ continuata, e comprensibilmente aumentata, l’attività di gestione e manutenzione al servizio degli ospedali che CMB ha costruito in project financing o riqualificato tra cui il Niguarda di Milano e quello di Baggiovara nel modenese, entrambi in regioni particolarmente colpite dal coronavirus nonché l’attività di gestione dei servizi cimiteriali in sette cimiteri, tra cui quello di Carpi, e nei due forni crematori di Bergamo e Varese, al centro dell’epidemia di covid 19.
Per qualche mese non ci sono stati ricavi ma le imprese delle costruzioni hanno comunque sostenuto i costi: fra le misure a sostegno della liquidità “è stato chiesto al Governo di ridurre i tempi dei pagamenti dei Sal, Stato di avanzamento lavori”.
“Da dieci giorni il Comitato di crisi sta pensando alla ripartenza, lavorando sette giorni su sette nonostante siano chiuse le sedi CMB di Carpi, Roma e Milano. Sono da risolvere tutte le problematiche legate alla sicurezza nella nuova realtà post-covid: garantire il distanziamento, misurare la temperatura, sanificare i luoghi, dotare dei dispositivi di protezione individuale. Non solo CMB ma anche tutti i nostri fornitori si dovranno adeguare. Inoltre, per garantire la sicurezza saranno inevitabili i rallentamenti all’interno dei cantieri: lavorazioni che finora si sono sovrapposte dovranno essere diversamente organizzate nel rispetto del distanziamento minimo tra le persone e ciò provocherà una diluizione dei tempi di esecuzione. Questa nuova fase sarà lunga e articolata e dovrà essere condivisa dai nostri clienti pubblici e privati perché ci saranno inevitabili ricadute sulla realizzazione delle opere. La sicurezza è la condizione imprescindibile per ripartire”.
La ripartenza poi deve coinvolgere l’intero Paese perché è indispensabile che vengano garantiti gli approvvigionamenti nei cantieri. Insomma, perché si torni a regime serviranno alcuni mesi.
All’estero non si sono mai fermati i lavori negli ospedali di Odense e di Koge, in Danimarca ma le restrizioni negli accessi per il personale proveniente da tutta Europa hanno rallentato il cantiere di un 30% circa: tutti coloro che rientrano in Danimarca sono costretti a rispettare la quarantena di quattordici giorni e così il personale italiano di CMB non rientra da più di tre mesi.
Sara Gelli