La Serie C rimane in un limbo fatto di incertezze che rischiano di costare molto caro ai club. Il patron biancorosso Stefano Bonacini (in foto), al termine della riunione che lo ha visto coinvolto insieme a tutti gli altri presidenti di C, ci ha confidato una sensazione di costosa impotenza al cospetto di un’emergenza impossibile da calcolare e che rischia di stravolgere l’intera mappatura del calcio italiano.
Patron quali sono i pareri usciti dalla riunione dei club della Serie C?
“Non sono state prese decisioni da portare agli organi competenti. Ci siamo voluti risentire, dopo settimane di silenzio, per rifare il punto su una situazione molto complicata e che ha colpito in special modo i club lombardi. La Pergolettese ad esempio ha perso, a causa del Covid-19, il suo vice presidente. Ci siamo dati appuntamento alle prossime settimane, ma le decisioni spettano ovviamente ai piani più alti. Su di noi le conclusioni arriveranno a cascata”.
Prematuro dunque parlare di qualsiasi verdetto o chiusura anticipata del campionato?
“Assolutamente sì. Come si può leggere in questi giorni, non vi è accordo nemmeno per la Serie A e la Serie B: figuriamoci per la terza categoria nazionale. Questo limbo però non è gratuito. Tenere in ballo tutti per così tanti giorni grava sia sulle casse, già non floride specialmente in C, dei club ma anche quelle dei calciatori i quali sono costretti a tenere attivi degli affitti in attesa e di poter sapere se riprenderemo a giocare, in estate o meno”.
Nelle ultime settimane si è parlato molto della possibilità di una promozione del Carpi in Serie B osservando la media punti maturata sino al momento della sospensione.
“Sono costretto a ripetermi: purtroppo nessuna decisione arriverà, per la Serie C, prima di capire cosa accadrà ai piani più alti. E’ evidente che, nel caso in cui i campionati venissero conclusi d’ufficio a causa dell’emergenza in corso, sarebbero necessari dei verdetti per andare a comporre le griglie del campionato prossimo. Le tre classifiche sono pubbliche e quindi visibili a tutti. Alle spalle delle tre prime della classe, la nostra squadra è stata quella a realizzare la media punti per partita più alta. Ma le decisioni in ogni caso non spettano ai club e men che meno a noi”.
Sulla possibilità di tornare in campo qual è la sua posizione?
“La Serie C vive di regole non scritte differenti rispetto ai piani superiori. Circolano cifre diverse e diventa molto complesso, per club e calciatori, sostenere più costi di quelli che non siano già stati preventivati. Attualmente i nostri calciatori, confinati nei loro domicili, stanno effettuando esercizi personalizzati ma è evidente che non possono essere un degno palliativo alle sessioni di campo tradizionali. La speranza principale, ragionando per importanza, è che questa emergenza possa cessare il prima possibile. Solo allora saremo in grado di calcolare i danni e di ipotizzare un’eventuale ripresa delle attività”.
Enrico Bonzanini