Le residenze protette accoglieranno gli anziani, positivi e negativi al coronavirus, che possono essere dimessi dall’Ospedale

Tutti i pazienti dimissibili devono uscire quanto prima dall’Ospedale Ramazzini per lasciare il posto a coloro che, in questa drammatica emergenza sanitaria, necessitano di un’ospedalizzazione. Gli anziani non autosufficienti negativi al coronavirus troveranno una sistemazione nelle residenze protette “pulite”, ovvero nelle strutture del distretto che non hanno al loro interno alcuna situazione di positività. Quelli positivi al contrario verranno sistemati nella due Casa Residenza Anziani dove, purtroppo, vi sono già casi accertati di ospiti malati, ovvero al Carpine e in una struttura a Novi di Modena.

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Tutti i pazienti dimissibili devono uscire quanto prima dall’Ospedale Ramazzini per lasciare il posto a coloro che, in questa drammatica emergenza sanitaria, necessitano di un’ospedalizzazione.
Ausl e Comune di Carpi stanno definendo le modalità per trasferire tali pazienti presso il loro domicilio laddove è possibile o nelle cosiddette Cra, le Casa Residenza Anziani.
Il tema è certamente spinoso dal momento che tra questi pazienti, perlopiù anziani, vi sono anche covid-19 positivi: persone che, spiega l’assessore alle Politiche Sociali, Tamara Calzolari, “non avendo più bisogno di cure ospedaliere devono comunque portare a termine la propria convalescenza in modo sicuro e adeguato”. Gli anziani non autosufficienti negativi al coronavirus troveranno una sistemazione nelle residenze protette “pulite”, ovvero nelle strutture del distretto che non hanno al loro interno alcuna situazione di positività. Quelli positivi al contrario verranno sistemati nella due Casa Residenza Anziani dove, purtroppo, vi sono già casi accertati di ospiti malati, ovvero al Carpine e in una struttura a Novi di Modena. “Tali persone saranno poste in isolamento all’interno di nuclei specifici – prosegue Calzolari – per non intaccare ulteriormente le strutture e contenere il contagio. Come già accade, tutti gli operatori saranno dotati dei necessari dispositivi di tutela individuale per poterli salvaguardare e affinchè possano lavorare in piena sicurezza”.
Per quanto riguarda invece le persone autosufficienti positive che non possono trascorrere il loro periodo di quarantena presso il proprio domicilio senza mettere a rischio i congiunti, sottolinea l’assessore, “stiamo allestendo insieme alla sanità dei percorsi all’interno degli alberghi che ci hanno dato la propria disponibilità e dove oltre ad assicurare loro i pasti, verrà garantito il rispetto degli standard igienico sanitari previsti dal protocollo in caso di positività”.
Il commissario ad acta per l’Emergenza Coronavirus, Sergio Venturi, da giorni continua a ripetere ai direttori delle aziende sanitarie di “preservare le case protette affinché non diventino serbatoi di infezione”. La decisione dunque di inserirci dei positivi laddove, lo ribadiamo, ve ne sono già, lascia comunque perplessi. “Questa scelta – conclude Tamara Calzolari – è inevitabile. E’ ovvio che i pazienti che necessitano di un’assistenza intensiva o pre intensiva devono restare in ospedale ma coloro che non presentano più sintomi gravi devono lasciare il posto a chi ne ha più bisogno. La ratio è quella di far uscire dal Ramazzini chi non necessita di cure ospedaliere per far posto ai pazienti che si aggravano, continuando a seguire i pazienti dimessi senza compromettere gli altri ospiti. Scelta questa che è stata proposta dalla dirigenza sanitaria dell’Ausl e dal responsabile delle cure primarie e che come Comune ci stiamo adoperando perché si svolga nella massima sicurezza possibile di utenti e operatori”.
Una scelta dolorosa, quella di “sacrificare” le Casa Residenza Anziani già compromesse aggiungendo un ulteriore e gravoso carico agli operatori ma la domanda è: vi sono forse alternative? Esistono altre strutture in città da dedicare esclusivamente ai covid-19 in grado non solo di accogliere ma anche di assistere e prendersi cura di grandi anziani allettati e spesso affetti da plutipatologie? La risposta la conosciamo tutti.
Jessica Bianchi