Medici di famiglia al lavoro senza mascherine

“Cinque medici sono stati messi in quarantena perché hanno avuto contatti con pazienti positivi al coronavirus. Ci stiamo facendo carico dei loro pazienti perché sostituti oggi non se ne trovano” racconta Dante Cintori, segretario della Federazione Italiana Medici di Medicina Generale di Modena.

0
1703

Medici in prima linea nella lotta contro il coronavirus, anche quelli di famiglia, i pediatri e medici di continuità assistenziale ma mancano i dispositivi di sicurezza, dalle mascherine specifiche ai camici monouso. “Abbiamo ricevuto pochi kit per proteggerci ma – chiarisce Dante Cintori, segretario della Federazione Italiana Medici di Medicina Generale di Modena – ci hanno promesso che ne arriveranno altri con mascherine e gel igienizzante”. Tra le persone c’è paura e anche un banale colpo di tosse diventa fonte di preoccupazione. Come andremo a finire? E’ questa la domanda che più di frequente pongono al medico di famiglia. “I nostri telefoni restano bollenti per le chiamate dei pazienti che nell’ultima settimana pare abbiano capito che non devono venire in ambulatorio, se non da noi convocati. Anche la guardia medica è sotto pressione durante la notte e nei fine settimana per le tante richieste di consulto telefonico e di visite domiciliari”.
Il coronavirus ha le caratteristiche di un’epidemia, le dotazioni saranno sufficienti per tutelare i medici di famiglia?
“Le dotazioni attualmente non sono sufficienti ci hanno promesso altre mascherine anche più protettive ma soprattutto dobbiamo avere quelle da dare ai nostri pazienti quando vengono in ambulatorio perché fuori non sono più reperibili già da qualche settimana”.
I medici di famiglia già erano sottodimensionati in condizioni di ordinaria amministrazione per l’impossibilità di sostituire quelli prossimi alla pensione, oggi qual è la situazione?
“Se lei pensa che negli ultimi cinque anni nella provincia di Modena abbiamo perso 50 medici di famiglia passati da 510 a 460, ben può comprendere la carenza che abbiamo: non riusciamo a coprire le zone periferiche ma nemmeno alcune città come Carpi e Vignola. Questo crea grandi problemi nell’assistenza per esempio nell’Alto Frignano dove c’è una popolazione anziana che ha bisogno di assistenza a domicilio. In questo momento poi si aggiunge il fatto che cinque medici sono stati messi in quarantena perché hanno avuto contatti con pazienti positivi. Ci stiamo facendo carico dei loro pazienti perché sostituti oggi non se ne trovano”.
Sara Gelli