In Emilia-Romagna sono complessivamente 3.522 i casi di positività al Coronavirus, 429 in più rispetto all’aggiornamento di ieri.
Complessivamente, sono 1.334 le persone in isolamento a casa (+134) perché con sintomi lievi che non richiedono cure ospedaliere, o prive di sintomi; quelle ricoverate in terapia intensiva sono invece 197 (28 in più rispetto a ieri).
Purtroppo crescono anche i decessi, passati da 284 a 346: 62, quindi, quelli nuovi, che riguardano 41 uomini e 21 donne. Per la maggior parte delle persone decedute sono in corso gli approfondimenti per verificare se avessero patologie pregresse, anche multiple.
I nuovi decessi registrati riguardano 23 residenti in provincia di Piacenza, 17 in quella di Rimini, 7 in quella di Parma, 7 in quella di Bologna, 4 in quella di Reggio Emilia e 4 in quella di Modena (di cui 2 a Carpi).
In dettaglio, questi sul territorio i casi di positività, che invece si riferiscono non alla provincia di residenza ma a quella in cui è stata fatta la diagnosi: Piacenza 1.073 (61 in più rispetto a ieri), Parma 707 (45 in più), Rimini 509 (84 in più), a Modena i contagi arrivano a 440, 73 più di ieri, di cui 7 a Carpi dove arriviamo a quota 78 (e dove sono decedute due persone); Reggio Emilia 241 (56 in più), Bologna 201, di cui del circondario imolese 90 (complessivamente 43 in più, di cui 18 a Imola e 25 a Bologna), Ravenna 114 (14 in più), Forlì-Cesena 103 (di cui a 52 Forlì, 8 in più rispetto a ieri, e 51 a Cesena, 17 in più rispetto a ieri), Ferrara 44 (10 in più rispetto a ieri).
“Oggi – spiega il commissario ad acta, Sergio Venturi – registriamo una crescita del 13,8% dei contagi, la rotta non è quindi stata invertita, ci sono territori che crescono in modo significativo e altri che che presentano una piccola riduzione. Tra le azioni più dolorose prese ma assolutamente necessarie c’è stata la chiusura del Comune di Medicina: dalla mezzanotte passata non è più possibile uscire da Medicina e dalla frazione di Ganzanigo a causa della crescita anomala del contagio. Un’azione necessaria per arginarlo a tutela dei residenti, del comprensorio imolese e della Città metropolitana di Bologna, un’area vasta da 1 milione di persone. Speriamo di poter ritirare altrettanto in fretta tale ordinanza perchè vorrebbe dire che abbiamo superato questa situazione”.