Un fantasy al femminile

Selena Bambozzi, di Novi di Modena, ha pubblicato il suo primo libro intitolato Le Guerriere della Dea, un fantasy ambientato in un mondo immaginario. “Ho sognato trama e personaggi, le protagoniste sono donne forti e indipendenti”, spiega l’autrice.

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Selena Bambozzi

Il mondo che Selena Bambozzi, di Novi di Modena, descrive nel suo primo libro, Le Guerriere della Dea (Albatros edizioni) è un immaginario pianeta arcaico plasmato dagli dei, con personaggi che ricalcano le orme degli eroi mitologici, delle divinità venerate nelle principali culture antiche e di altre creature mitiche tramandate nei secoli sino a oggi. Un mondo che vede al centro della scena le guerriere figlie della Dea Lunare. Isilme, la Dea della Luna Splendente, creò le sacerdotesse guerriere, chiamate Shek’aris, il cui compito era quello di vegliare sui gioielli divini, ovvero le pietre magiche dei Guardiani a custodia della Pietra di Luna, la prigione del Dio del Vuoto, in cui Kamos era stato imprigionato a causa della sua arroganza e della sua sete di potere. Essere una guerriera della Dea comportava: disciplina, esercizio fisico e mentale, molta preghiera, lo studio delle magie arcane e la conoscenza di tutte le creature viventi. 

Tutte qualità di donne forti e coraggiose che si rendono necessarie nel momento in cui la Pietra della Luna viene trafugata dalla vendicativa figlia di Kamos. Le Guerriere della Dea intraprendono dunque un viaggio visionario, in cui si stagliano l’eterna lotta tra il bene e il male, il grande tema della conoscenza di sé e del proprio corpo, il vivere nel mondo oltre la caverna ma, soprattutto, la scoperta del sentimento più grande, quello dell’amore.  Un viaggio che inneggia alla speranza nonostante tutto “perché dietro ogni ombra vi è sempre uno spiraglio di luce e dobbiamo combattere per essa, in modo che continui a risplendere. La parte che reputo più interessante e che spero venga apprezzata – spiega Selena – è la rievocazione dei personaggi storici, mitologici e fiabeschi del nostro mondo, come una delle protagoniste che è una gatta antropomorfa di nome Basthet (come la dea gatta egiziana)”.

Come è nata l’idea per questo romanzo?

“E’ nata per caso mentre stavo lavorando a un altro progetto. L’idea della creazione e delle divinità aveva un’impronta decisamente tolkeniana quando la sviluppai per la prima volta. Tuttavia, durante la stesura delle Guerriere, ebbi un’ispirazione che mi deviò di molto dall’originale affinché tutto potesse combaciare e avere un senso. Man mano che la loro storia si dispiegava con naturalezza, mi resi conto che questo mondo fantastico diventava sempre più complesso e imprevedibile. Cominciai a sognare la notte quel che avrei scritto il giorno seguente e senza accorgermene vivevo più su quelle terre che nel mondo reale. 

Quando finii di scriverlo (dopo circa due anni di fatiche, perché scrivere un romanzo non è così facile come sembra) mi resi conto di aver raccolto e trascritto tutte le fantasticherie che mi avevano accompagnata sin dalla fanciullezza. 

Mi pare di aver scritto il diario della mia vita, tra quelle parole ci sono anch’io”.

Desideri e aspirazioni per il tuo futuro da scrittrice?

“Il romanzo, anche se autoconclusivo, rappresenta il primo capitolo di una saga, di cui sto scrivendo il seguito. Il mio desiderio è che i lettori si affezionino a questa storia e ai suoi personaggi e che si sentano trasportati in essa come se ne fossero protagonisti, tornando un po’ bambini. E poi, il mio sogno più grande sarebbe quello di un album dedicato alle Guerriere della Dea cantato da Elisa, la mia artista preferita, che sarebbe perfetta per vocalizzare la mia storia”.

Chiara Sorrentino