Le elezioni regionali premiano il buon governo e il lavoro del governatore Bonaccini: quando si ottiene una vittoria così ci si può anche permettere di dare qualche indicazione su come si fa a battere la Lega ma “non insegno niente a nessuno”, ripete Stefano Bonaccini a Mentana che insiste.
Era sicuro di vincere perché “vedere i tre leader del centrodestra che non riuscivano a riempire una piccola piazza di Ravenna mentre noi portavamo 5.000 persone al Palasport di Forli’ ci diceva che qualcosa sfuggiva. Ero abbastanza sicuro di vincere, ma nemmeno io pensavo di vincere con un risultato così largo”.
Non svela i segreti della sua ricetta, eppure tra le righe qualcosa si riesce a intuire. Ammette di non aver mai avuto momenti di sconforto e di aver beneficiato del voto disgiunto, specie da area M5s, “ma mi dicono dai seggi anche tantissimo voto secco al sottoscritto, voto personale”. A testimonianza del fatto che le persone in politica riescono a fare la differenza all’interno di un partito, nel bene e nel male. In questo caso, molti elettorali non disponibili a votare un Partito Democratico in cerca d’identità, hanno espresso un unico voto a favore del candidato presidente Bonaccini, convincente come persona.
È il giorno della vittoria e Bonaccini può permettersi di allargare il tiro in conferenza stampa riferendosi al Governo, più forte non per la vittoria in Emilia Romagna ma “se fa le cose che dice” e annunciando l’intenzione di contribuire a ricostruire un nuovo centro sinistra e un Pd più largo e robusto.
“Serve – secondo il governatore – una classe dirigente che quando entra in un bar o in un supermercato sappia ascoltare e rispondere a chi ha davanti”. Per Bonaccini le elezioni in Emilia-Romagna hanno dimostrato che Matteo Salvini si può battere, ma i dem devono svoltare. “L’ho detto anche a Nicola Zingaretti, serve un gruppo dirigente che attinga più agli amministratori locali. Abbiamo in giro per l’Italia sindaci straordinari”. Inoltre il Pd “deve attrezzarsi meglio sui social”. In Emilia-Romagna “li abbiamo sconfitti anche li’ ma in maniera civile ed educata”. Non poteva mancare un cenno alle sardine, nelle parole con cui Stefano Bonaccini ha commentato la vittoria: “sia una lezione per il futuro, ci eravamo dimenticati di tornare in piazza e stare tra le persone” ha affermato. “Questo ce lo hanno detto anche le sardine, riempiendo le piazze” ma in Giunta non ci saranno esponenti delle sardine: “non hanno chiesto nulla, credo tutto interessi loro tranne che un posto in giunta”.
Sara Gelli