Campo Fossoli: l’urgenza di cambiare passo

Il tempo che passa rappresenta un’insidia per il Campo duramente colpito dal terremoto, esposto alle intemperie e alla crescita della vegetazione spontanea. La strada, affinché il Campo di Fossoli diventi patrimonio nazionale italiano, resta lunga.

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Il cantiere che avrebbe dovuto coinvolgere il Campo di Fossoli fino al 2023 ancora non è partito e la valorizzazione di uno dei pochi luoghi rimasti in cui avere la percezione e fare esperienza di ciò che significò la deportazione rimane un’intenzione. Il tempo che passa rappresenta un’insidia per il Campo duramente colpito dal terremoto, esposto alle intemperie e alla crescita della vegetazione spontanea: mantenere il luogo fisico è fondamentale per mantenere la memoria.

Negli ultimi anni sono stati diversi e consistenti i finanziamenti. Per il recupero di tutte le baracche e la sistemazione delle infrastrutture (percorsi, illuminazione e rete idrica), nell’ambito dei grandi progetti per i Beni Culturali 2019, è stato ottenuto il finanziamento di 3 milioni e 500mila euro, registrato già alla Corte dei Conti. A gennaio dello scorso anno il sindaco Alberto Bellelli aveva annunciato: “a breve sarà stipulato l’accordo tra il Segretariato competente (Mibac) e il Comune di Carpi” ma la firma è stata apposta all’inizio di dicembre quando il segretariato regionale del Mibact (ex Soprintendenza) ha sottoscritto il disciplinare insieme al presidente della Fondazione Fossoli, Pierluigi Castagnetti e al sindaco Bellelli e si occuperà di progettare e appaltare l’intervento finanziato per 3,5 milioni di euro per la messa in sicurezza e la valorizzazione del Campo con affidamento dei lavori entro settembre 2020.

L’ultimo consolidamento è avvenuto nel 2018 e il restauro ha riguardato quattro baracche e i frontespizi di tutte quelle nell’area dei politici grazie al rimborso di 682mila euro degli indennizzi assicurativi post terremoto.

Per realizzare l’obiettivo di fare del Campo Fossoli un monumento nazionale e sostenerne le attività, era stato ipotizzato un Nuovo Centro Visitatori finanziato dalla Regione e dalla Presidenza del Consiglio per 1 milione di euro per dotare il Campo di un’area funzionale, una struttura di servizio e accoglienza dei visitatori. Era stato stipulato un accordo di collaborazione fra Comune, Fondazione Fossoli e Fondazione Maxxi di Roma per bandire il concorso di progettazione ma non si è andati oltre l’annuncio.

Nel 2018 è stata inoltrata al Ministero degli Esteri la richiesta per il finanziamento (220mila euro) del recupero della baracca 9 che fu utilizzata nell’ultimo periodo post bellico come Chiesina del Villaggio San Marco ma l’intervento, che doveva essere realizzato entro il 2019, non si è concretizzato. La strada affinché il Campo di Fossoli diventi patrimonio nazionale italiano resta lunga.

Sara Gelli

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