E’ rientrata la paura dopo il terremoto di magnitudo 5.0 che ha fatto scattare l’allarme sulla sicurezza nucleare nel sud della Francia l’11 novembre scorso: le verifiche hanno appurato che non sono stati danneggiati i reattori della centrale nucleare di Cruas-Meysse, nell’Ardeche. Il timore resta sempre quello che si possa ripetere lo scenario della catastrofe del marzo 2011 in Giappone quando un violento tsunami devastò le coste causando danni irreparabili alla centrale di Fukushima dando così il via a quella che viene considerata la più complessa crisi nucleare dopo Chernobyl (1986). Ancora oggi i livelli di radiazioni sarebbero altissimi.
A prescindere dagli incidenti, il monitoraggio del livello di radiazioni è costantemente effettuato a livello internazionale; in Italia la Rete nazionale di sorveglianza della radioattività ambientale (Resorad) è costituita dai laboratori delle Arpa/Appa (Agenzie per la protezione dell’ambiente delle regioni e delle Province autonome) e di enti e istituti che storicamente producono dati utili al monitoraggio. E’ il caso di uRADMonitor (uradmonitor.com) la rete per il monitoraggio ambientale diffusa in oltre quaranta Paesi che generano dati ambientali comparabili: contribuisce al monitoraggio in Italia un dispositivo IOT dotato di sensore installato da Meteocarpi.it che rende disponibili i dati sulla propria piattaforma web. In base al rilevamento giornaliero, è possibile verificare il livello di radiazioni e quindi stabilire gli eventuali rischi per cittadini, lavoratori e bambini.
Il monitoraggio delle radiazioni è l’ultima implementazione del sito in cui sono resi pubblici i dati della stazione meteo: nato esattamente dieci anni fa per volontà di alcuni appassionati amatori, insieme al partner tecnico Kservizi e grazie al sostegno delle aziende carpigiane Imballaggi Cavicchioli ed Energetica, MeteoCarpi.it mette a disposizione i dati in tempo reale, quelli del mese in corso e dell’ultimo anno conservando memoria dei cambiamenti climatici che hanno caratterizzato l’ultimo decennio, a partire dal 2009.
Nel 2019 sono finora caduti 648,7 mm di pioggia, la temperatura più alta (39,3°) si è registrata il 27 giugno, quella più bassa (-6,2%) il 4 gennaio, la raffica di vento più potente ha raggiunto i 59,6 Km/h il 5 maggio scorso. Anche a Carpi, come nel resto del mondo, in dieci anni si sono progressivamente innalzate le temperature medie e si sono superati i trenta gradi per un numero superiore di giorni. Nel sito una serie di webcam riprendono dall’alto il panorama carpigiano ma anche quello di tante località di vacanza dalle Alpi al Lago di Garda fino all’Appennino.
Pur essendo un’attività amatoriale, MeteoCarpi.it fornisce dati importanti e la loro analisi può fornire utili elementi a chi si occupa del nostro territorio per elaborare future strategie.
Sara Gelli