Un capolavoro del cinema muto sonorizzato dal vivo

Continua il viaggio tra cinema e musica di Corrado Nuccini (Giardini di Mirò) e Xabier Iriondo (Afterhours), per la prima volta insieme sul palco per sonorizzare live un capolavoro del cinema muto: “La Passione di Giovanna d’Arco” del regista danese Carl Theodor Dreyer. I due musicisti si esibiranno venerdì 22 novembre, alle 21, all’Auditorium della Biblioteca Loria di Carpi. L’ingresso è gratuito.

0
538

Continua il viaggio tra cinema e musica di Corrado Nuccini (Giardini di Mirò) e Xabier Iriondo (Afterhours), per la prima volta insieme sul palco per sonorizzare live un capolavoro del cinema muto: La Passione di Giovanna d’Arco del regista danese Carl Theodor Dreyer.
I due musicisti si esibiranno venerdì 22 novembre, alle 21, all’Auditorium della Biblioteca Loria di Carpi. L’ingresso è gratuito.
L’evento è il terzo e ultimo appuntamento de Le maschere del Suono, un progetto articolato in tre racconti sonori che attraversano le diverse personalità della musica: melodia, silenzio, rumore. La musica ha gli atomi dalle valenze aperte e si combina facilmente con altri media, dai film alle pubblicità ai sistemi operativi. Ma si aggrega anche con media biologici: ricordi, emozioni, stati d’animo. Le maschere del Suono ripercorre e ricostruisce questo percorso, che parte dagli organi uditivi per arrivare fino al cervello.
Dopo un iniziale approfondimento dal titolo Cos’è il rumore? Storia del rumore dalla musica colta al rock che vedrà sempre protagonisti Iriondo e Nuccini, sarà la volta di quella che non è una semplice proiezione o un concerto, ma un’intensa rappresentazione dove le immagini si specchiano nella musica e insieme raccontano il più grande poema cinematografico sul volto umano e sull’eroismo. Una sonorizzazione potente e drammatica, che alterna momenti di melodia a silenzi e rumore, prendendo ispirazione da linguaggi musicali che vanno dall’ambient alla musica sciamanica e tribale, dal neoclassicismo al rumorismo di matrice novecentesca.
La Passione di Giovanna d’Arco (1928) racconta il processo alla Pucelle d’Orléans avvenuto nella sola giornata del 30 maggio 1431 nel castello di Rouen, interamente ricostruito nella periferia parigina in occasione delle riprese. Forte della memorabile performance di Renée Falconetti i cui occhi riescono a parlare, a urlare, a sorridere nonostante la totale assenza di parole, il film è passato alla storia per la scelta di Dreyer di utilizzare quasi esclusivamente primi e primissimi piani, attraverso i quali descrive la complessità morale dei protagonisti, sondando le profondità spirituali della fede, dell’amore e della morte.
La partitura musicale, in profondo legame con le immagini, descrive il mondo “bordeline” della protagonista, sospesa tra l’abisso e il cielo, tra il rogo e le braccia di Dio, rapita in uno “stato di grazia” che la rende più vicina a Dio che agli uomini, come dimostrano i suoi sguardi e le sue espressioni. Corrado Nuccini e Xabier Iriondo si esibiscono in una complessa revisione musicale della pellicola che va oltre il senso stesso di cineconcerto, superando la tradizionale sonorizzazione de La Passione di Giovanna d’Arco che contestualizza anche il suono in un ambito medievale, attraverso l’utilizzo di canti gregoriani e musica sacra. Un lavoro che cerca dunque un linguaggio sonoro diverso, più focalizzato sulla psicologia umana.
In questa performance, Iriondo suona il mahai metak, un cordofono a dieci corde di sua invenzione e realizzazione, la chitarra elettrica e alcuni effetti di sua progettazione. Nuccini suona i sintetizzatori, la drum machine, le programmazioni elettroniche e la chitarra elettrica.