L’influenza è piombata in anticipo in Italia con il primo caso grave all’Ospedale di Udine, dove a settembre un uomo di 50 anni, senza altre patologie, è stato colpito da una forma influenzale grave finendo in rianimazione. Al momento però, spiega il dottor Giovanni Casaletti, direttore del Servizio di Igiene Pubblica dell’Ausl di Modena – “non è possibile prevedere come sarà l’influenza in arrivo. Lo capiremo nel corso dell’epidemia che, solitamente, si manifesta nei mesi di gennaio e febbraio. In attesa di conoscerne la consistenza occorre prepararsi vaccinandosi”. L’influenza costituisce un problema di sanità pubblica rilevante a causa della sua contagiosità, delle possibili complicanze e della variabilità dei virus e la vaccinazione, dunque, rappresenta la principale arma a nostra disposizione per contrastarla.
Dottor Casaletti, per chi può rivelarsi particolarmente pericolosa l’influenza e quanto è importante la vaccinazione per le categorie cosiddette a rischio?
“L’influenza può rivelarsi particolarmente pericolosa per gli anziani e le persone affette da patologie importanti o croniche perché, in questi casi, il sistema immunitario fatica a combattere il virus. Virus che, spesso, aggrava anche la sintomatologia delle malattie preesistenti. Anche le future neo mamme il cui bambino dovrebbe nascere durante l’epidemia influenzale dovrebbero vaccinarsi poiché il vaccino è in grado di proteggere il nascituro. Sono poi fortemente invitati a vaccinarsi anche coloro che sono a contatto con bimbi di età inferiore a sei mesi poiché il sistema immunitario di questi piccoli non è ancora in grado di contrastare i virus ed è dunque necessario creare intorno a loro un vero e proprio cordone di sicurezza.
L’Azienda Usl di Modena ha acquisito dosi in più di vaccino onde evitare problemi organizzativi e far così fronte alla campagna che proseguirà per tutto il mese di novembre. Chi deve sottoporsi alla vaccinazione deve dunque rivolgersi al proprio medico di famiglia o al pediatra di libera scelta. Non smetterò di ripeterlo: vaccinarsi è un sistema sicuro per proteggersi dall’influenza. Pur non azzerando completamente il rischio di contrarla, posso garantire che il vaccino rende i sintomi della patologia o i disturbi correlati notevolmente attenuati. Negli anni passati, i casi gravi che hanno richiesto l’ospedalizzazione o portato al decesso, infatti, hanno sostanzialmente riguardato persone non vaccinate”.
Lei consiglia il vaccino anche a persone che godono di buona salute?
“Il vaccino è gratuito anche per chi gode di buona salute ma è a contatto con persone deboli, dai bimbi ai grandi anziani: occorre evitare che il virus venga importato tra le mura domestiche. La vaccinazione è poi consigliatissima per quegli adulti sani che lavorano in ambito socio-sanitario e assistenziale perché al servizio di persone più fragili e dunque esposte all’influenza e per coloro che svolgono un ruolo sociale importante, dalle Forze dell’ordine alla Protezione civile, dai Vigili del fuoco agli insegnanti… vaccinandosi potranno continuare a svolgere la loro attività, così importante, in favore della collettività”.
Il vaccino presenta rischi?
“Il vaccino presenta pochissimi rischi. In Italia, come nel resto d’Europa, esiste un sistema di sorveglianza riguardante le reazioni avverse ai farmaci e ai vaccini: in riferimento alla campagna vaccinale dello scorso anno, ad esempio, in Emilia Romagna sono state somministrate 785mila dosi di vaccino e segnalati 54 casi sospetti di eventi avversi. Al termine delle indagini effettuate, solo in due casi con disturbi rilevanti è stato accertato un nesso di causa – effetto tra vaccino e reazione avversa.
Un rapporto che rende bene l’idea di quanto sia sicuro il vaccino”.
Sfatiamo un mito: in caso di influenza l’antibiotico è inutile…
“L’unico strumento utile a combattere il virus dell’influenza è il nostro sistema immunitario, i nostri anticorpi. Il virus è infatti del tutto indifferente agli antibiotici. Curiamoci con antibiotici esclusivamente quando è il nostro medico di fiducia, che conosce la nostra situazione sanitaria, a prescriverli. Teniamo sempre presente che l’uso inappropriato di tali farmaci contribuisce ad aggravare il fenomeno dell’antibiotico-resistenza, cioè la selezione e diffusione di ceppi di batteri resistenti a questo fondamentale presidio terapeutico. Oggi conduciamo vite frenetiche che non ammettono sosta ma, se avvertiamo qualche disturbo, restiamo in casa, perché mentre il virus dell’influenza si moltiplica nel nostro sistema respiratorio, se andiamo al lavoro o prendiamo un mezzo pubblico, diventiamo propagatori del virus. Quindi l’invito, qualora ci ammalassimo, è quello di evitare i luoghi affollati a beneficio delle altre persone, armarsi di pazienza, bere tanto, stare in casa e assumere qualche antipiretico in caso la febbre salga troppo. Un’ultima indicazione: una prassi molto importante per contrastare la diffusione di malattie infettive consiste nel lavaggio delle mani: laviamocele spesso perché sono un veicolo di infezione per le altre persone e l’ambiente”.
Jessica Bianchi