Ridiamo vita al Casino di Caccia dei Pio!

Il Casino di Caccia della famiglia dei Pio, una volta recuperato, potrebbe ospitare un punto ristoro, diventare un luogo di mostre, magari con una sala conferenze, mentre l’area verde adiacente potrebbe essere trasformata in parco.

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Recupero dell’esistente, valorizzazione del territorio, aumento delle aree verdi per combattere l’inquinamento atmosferico e i cambiamenti climatici, recupero delle proprie radici. Quante volte abbiamo sentito queste frasi in bocca ad amministratori, politici di maggioranza e opposizione, imprenditori, associazioni di categoria e gente comune.

In realtà, al di là dei comunicati stampa e delle invettive sui social, tutti noi facciamo ben poco per mettere in pratica quelle buone intenzioni solennemente enunciate.

Ogni anno, nel mese di ottobre, m’invitano a Palazzo Ducale a Sassuolo per presentare dei libri e tutte le volte che arrivo nella capitale della ceramica, raggiungo il Palazzo a piedi attraversando un lungo parco, uno dei tanti polmoni verdi della città e mi domando perché non si realizzi qualcosa di simile, a mitigazione del tanto cemento presente, anche a Carpi.

E allora mi ricordo, per averlo scoperto per caso qualche anno fa, che anche nella nostra città si potrebbe realizzare un polo culturale e ludico nel verde che circonda il Casino di Caccia dei Pio, in via Della Meccanica, a circa un chilometro in linea d’aria dal centro storico, in uno degli ultimi lembi di campagna attorno alla città.

Il Casino di Caccia della famiglia dei Pio, costruito tra il XIV e il XVI secolo, è affiancato da una grande rimessa e nelle immediate vicinanze si trova anche una chiesetta antica nella quale venivano celebrati riti privati.

L’area fu abbandonata definitivamente nel 2011, poi venne il terremoto del 2012 che rese il Casino di caccia inagibile e, ad oggi, l’intera zona non è visitabile in quanto ritenuta pericolosa.

Il Casino è di proprietà privata e in questi anni pare non sia mai arrivato al Comune un serio progetto di recupero come hanno confermato Enrico Campedelli, ex sindaco e Simone Tosi portavoce dell’attuale primo cittadino.

Pare vi sia solo un progetto di consolidamento per evitare il definitivo crollo.

E’ probabile che il terremoto del 2012 abbia rallentato l’ipotesi di recupero ma in questi anni non c’è stato un intervento da parte della Sovrintendenza ai Beni artistici e architettonici, in genere sempre molto attenta sui colori degli edifici e sullo spostamento di ciottoli o mattoni.

Dal canto suo l’Amministrazione Comunale è probabile stia attendendo (se mai arriverà) uno studio definitivo per il recupero da parte del proprietario ma, in questo caso, anche la città potrebbe farsi carico di una parte dei lavori per non concentrare solo su Palazzo Pio tutte le risorse arrivate in questi anni per il terremoto dalla Regione (a proposito sarebbe da recuperare anche la Chiesa di San Francesco ma questa è un’altra storia).

Il Casino, una volta recuperato, potrebbe ospitare un punto ristoro, diventare un luogo di mostre, magari con una sala conferenze…

Contestualmente dovrebbe essere riqualificata anche tutta l’area verde adiacente trasformandola in un parco (senza giostrine) per camminate, pic-nic, pisolini all’aria aperta. Inoltre essendo il Casino di Caccia a poche centinaia di metri dal casello autostradale e sulla direttrice che porta direttamente anche all’ex Campo di concentramento di Fossoli, potrebbe diventare un polo turistico inedito e importante per la città. Forse dovremmo impegnarci tutti in questa impresa, davvero una buona occasione per coniugare le nostre radici, la salvaguardia dell’ambiente e la promozione turistica.

Pierluigi Senatore

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