Parco di Santa Croce: vogliamo una ciclabile che conduca fino all’ingresso

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Un parco “sicuro, pulito, fruibile, ben manutenuto e sostenibile, gestito direttamente dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Carpi e non in uso a terzi”, così il presidente dell’ente, Corrado Faglioni ha definito il progetto che riguarda l’area verde di 26 ettari di proprietà della Fondazione a Santa Croce. Un luogo che, soprattutto, dopo l’incidente mortale nel quale ha perso la vita il runner Kamel Jellali la scorsa settimana, deve poter essere raggiunto da pedoni e ciclisti in piena sicurezza: “una delle nostre priorità – sottolinea Faglioni – è quella di curare l’aspetto viabilistico, dal punto di vista pedonale e ciclabile, ma anche automobilistico dal momento che Traversa San Giorgio è una dorsale fortemente trafficata, affinché raggiungere il parco non costituisca alcun pericolo. Il dialogo con l’Amministrazione Comunale è appena partito ma siamo certi che da questo tavolo di confronto si troveranno le soluzioni necessarie. Il nostro obiettivo è infatti quello di ottenere una pista ciclopedonale che conduca direttamente all’ingresso del parco”. Una sicurezza che, aggiunge il presidente, deve riguardare anche “gli spazi verdi, durante tutte le fasce orarie e in occasione delle numerose iniziative che qui si svolgeranno. Il parco, infatti, vuol diventare una vera e propria macchina per gli eventi, anche in collaborazione col mondo del volontariato locale, per tutto il periodo dell’anno e, pertanto, grandi e piccoli devono potersi divertire e godere di questo magnifico spazio lontani da ogni pericolo”.

“In una delle zone più inquinate al mondo, – aggiunge Angela Zaffignani, già responsabile del Verde Pubblico del Comune di Parma nonché promotrice di numerose iniziative culturali legate al tema del verde della cui collaborazione si è avvalsa la Fondazione per ideare il parco che verrà – risanare il territorio, attraverso l’implementazione del verde, è un obbligo. Questo straordinario polmone verde recherà un enorme beneficio in termini di salute alla città di Carpi e, al contempo, sarà un’occasione per grandi e piccini di godere di una bellissima esperienza ricreativa e non solo in mezzo alla natura. L’area di Santa Croce ha un enorme potenziale e, a progetto finito, avrà una risonanza che valicherà i confini cittadini”.

Un ambiente naturale e polifunzionale progettato per coniugare la dimensione ricreativa nel verde e quella di sviluppo e rilancio del territorio: questo l’obiettivo principale del progetto targato Fondazione Crc. Per tale motivo al parco verde si unirà un grande polo dedicato all’innovazione. Non un semplice tecnopolo ma un vero e proprio campus capace di promuovere idee per il territorio in chiave ecosostenibile, con il vantaggio di farle germogliare in un contesto foriero di creatività e riflessione, tra natura, sport e socializzazione”.

Il progetto ruota intorno alla fondamentale funzione ecologica dell’area: “il parco – prosegue Corrado Faglioni – sarà concepito con i più avanzati criteri per offrire un polmone verde di mitigazione ambientale contro l’inquinamento dell’aria. Al riguardo disporremo una collaborazione con il Cnr per studiarne l’impatto benefico sulla città”.

L’ingresso principale sarà in Traversa San Giorgio, dove sorgerà un parking realizzato con materiali ecologici e senza alcuna colata di cemento per consentire a chi viene da fuori Carpi di godere del parco. Oltre a interventi di base per agevolarne la corretta fruizione, come la definizione di percorsi pedonali e ciclabili che assecondino la struttura vegetale, quindi no “a cemento e asfalto”, assicura Zaffignagni, proteggendola e invitando alla scoperta del verde, a un’illuminazione rispettosa della fauna notturna, a luoghi di sosta con panchine, e a pannelli informativi con esplicitate le caratteristiche di ogni zona, l’area sarà dotata di un anfiteatro all’aperto, di un auditorium per meeting e di tante piccole zone naturali contigue, tra cui prati e boschi, per ospitare intrattenimenti tematizzati, spazi gioco, fitness all’aperto e per pic-nic. 

“Le aree dedicate ai bimbi non saranno caratterizzate dalle tradizionali giostrine a cui siamo abituati – sottolinea il presidente – poiché la nostra intenzione è quella di favorire una nuova modalità di gioco, intesa come una esplorazione del territorio e un reale contatto con la natura. Non vogliamo replicare le numerose esperienze già messe in atto nei parchi cittadini”.

La biodiversità verrà potenziata e protetta attraverso la piantumazione di ulteriori alberi e specie, dalle aree boschive ai frutteti e dalle isole arbustive ai prati, incrementando pure la vegetazione acquatica sulle sponde del canale d’irrigazione, per richiamare l’attenzione sull’importanza che ha l’acqua anche in fatto di tutela ambientale. I due edifici rurali già esistenti saranno recuperati con funzioni di servizio: il primo affacciato sul lato Nord, in via Traversa San Giorgio, verrà declinato a centro di accoglienza, dotato di strutture informative utili a vivere adeguatamente l’area, mentre quello presente su via Mulini sarà adibito a ristorante con attigui un orto e un frutteto di vecchie cultivar.

Di nuova costruzione sarà invece il Polo dell’innovazione: “non un’edificazione che crei nuovi volumi costruiti – assicura Faglioni – bensì il recupero di un’area attigua al parco, quella occupata dalla Fonderia Lamiz, che costituisce una ferita da rimarginare. Il nostro obiettivo è dunque quello di trovare un accordo con gli attuali proprietari per riqualificare così una ex area industriale e farla dialogare in modo costruttivo col nostro grande parco”.

Il campus vuol essere un contenitore dove idee innovative, propedeutiche a uno sviluppo economico e imprenditoriale della città, trovino un luogo comune: “una casa per nuove start un, incubatori di impresa, per aree di coworking… un sostegno il nostro che non si limiterà a mettere a disposizione un luogo fisico ma si concretizzerà anche attraverso attività di finanziamento e di supporto. Non mancheranno poi laboratori di ricerca, dove in collaborazione con l’Università di Modena e Reggio Emilia e con altri enti di ricerca, si studieranno le più attuali tecnologie a servizio di attività per il territorio. Una grande avventura,  il cui costo si aggira intorno agli 11 milioni di euro, da progettare insieme, sta per iniziare, per una grande idea di rilancio della città”, conclude il presidente Faglioni.

La prima apertura del parco avverrà nel giugno del prossimo anno ma per il suo completamento occorrerà attendere l’estate 2021, mentre per la ristrutturazione degli edifici rurali si passerà al novembre dello stesso anno. Sulla realizzazione del Polo dell’Innovazione invece, Faglioni è più cauto, “prima occorre definire alcuni passaggi urbanistici con l’Amministrazione e i proprietari dell’area oggetto del nostro interesse, dopodiché si potranno meglio delineare i tempi”.

Jessica Bianchi 

 

 

 

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