Dal polverone della Remesina nasce il Comitato

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E’ stata tutta colpa del navigatore! Sulla Remesina altrimenti non ci sarei finita e, come all’andata, sarei piuttosto passata da Rovereto sul Secchia per rientrare a Carpi. A Sant’Antonio in Mercadello, dove avevo presenziato alla costituzione del Comitato Remesina, me lo avevano detto: provi a transitare sulla Remesina, poi capirà. Ho fatto più chilometri per arrivare in via Valle e la strada è tutta sterrata, come se fosse appena passato un mezzo cingolato, piena di pozzanghere, senza segnaletica, al massimo si va ai quindici all’ora. Uno strazio per chi la deve percorrere anche più volte al giorno. “Il Comune voleva metterla in sicurezza – ci spiega una giovane signora – ma c’è già un cedimento del terreno. Io la percorro quattro o anche cinque volte al giorno perché abito in via Remesina Esterna all’altezza di Gruppo ed è un disastro per chi ci vive. Penso già al peggio, a quando arriveranno le nebbie e, senza segnaletica, non avremo alcun punto di riferimento. Con i ragazzi in auto non voglio rischiare, chiamerò i vigili per tornare a casa”.
Non si sentono nemmeno più cittadini di serie B ma Z e non accettano di dover raggiungere la provinciale Romana che è molto più pericolosa e conta ben più morti, “perché devo rischiare la vita quando la mia strada è comodissima?” si chiede un altro.
In una sede insolita come lo Stonehenge Pub di Sant’Antonio in Mercadello, a metà strada tra Carpi e Novi di Modena, si è ufficialmente costituto nella serata di lunedì 7 ottobre il Comitato Remesina, tredici i fondatori, già una sessantina coloro che hanno aderito e sono pronti “a una raccolta firme a Novi, Rovereto, Sant’Antonio in Mercadello e Carpi perché la Remesina Esterna garantiva collegamenti diretti e più veloci”.
Dopo la fresatura disposta dal Comune di Carpi alla fine del mese di agosto, la Remesina Esterna, strada che non si può certo considerare secondaria, è diventata impraticabile. Da sempre è un’alternativa alla strada provinciale Romana Nord tra Carpi e Novi, soprattutto da quando è aumentato il traffico pesante diretto agli impianti di Aimag e all’ex turbogas oggi trasformata in centrale logistica, a nord di Fossoli. Oggi è una strada sterrata: i mezzi che si avventurano lungo via Remesina Esterna hanno serie difficoltà,  pur andando molto piano, sollevano un gran polverone e, in assenza delle strisce a terra, rischiano grosso. Per non parlare di chi la percorre in bicicletta.
“Vogliamo avere una strada come tutti gli altri cittadini, a maggior ragione per il fatto che la Remesina Esterna è trafficata nonostante venga considerata secondaria, ma oggi è praticabile solo da Suv, trattori e camion che sollevano un polverone esagerato tanto che dobbiamo tenere le finestre chiuse”.
Il problema si trascina da decenni, il fondo stradale è morfologicamente cedevole per la conformazione argillosa del terreno che è comunque il medesimo della provinciale Romana Nord, anch’essa dissestata in più punti. “A due chilometri c’è la Brennero e l’asfalto è perfetto perché viene fatto come si deve” sostengono quelli del Comitato che si batteranno per riavere l’asfaltatura.
“Nelle prossime settimane sarà convocato un tavolo tecnico – è scritto in una nota del Comune del 6 settembre scorso – al fine di valutare la situazione e le soluzioni percorribili. Riguardo l’asfaltatura definitiva in programma – concludeva l’assessore Marco Truzzi – sono già stati fatti studi ed è in corso una sperimentazione su via Griduzza che presenta analoga morfologia”.
Quanto resterà così la Remesina? Gli automobilisti, ma soprattutto i residenti, sono terrorizzati all’idea che possa rimanere nello stato attuale per lungo tempo e hanno chiesto un incontro all’assessore Truzzi, quantomeno per essere informati e aggiornati perché finora non è stato così.
Sara Gelli