Caffè del teatro: la storia infinita

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Correva l’anno 2016 quando Caffè Bonini Srl, cordata di imprenditori tra cui il carpigiano Luca Cocco, si aggiudicò  il bando per la gestione del Caffè del Teatro, lo storico bar-ristorante affacciato su Piazza Martiri. Affidamento poi slittato, proroga dopo proroga, a causa delle intollerabili inadempienze della ditta cui erano stati affidati alcuni lavori di consolidamento post sisma rispetto ai tempi di consegna. Operazioni che, sulla carta, dovevano concludersi in una manciata di mesi. “O vanno, o stanno”, continuava a ripetere alla fine del 2017 l’ex assessore al Centro Storico, Simone Morelli, ma il braccio di ferro tra amministrazione e impresa è durato ben più a lungo. Un’attesa estenuante che ha comprensibilmente spinto Caffè Bonini Srl, nell’autunno del 2018, a tirarsi indietro e a rinunciare all’incarico. Fuori tempo massimo è stata la giustificazione dei soci, impegnati in altri progetti imprenditoriali.
Il portone verde dello storico caffè è chiuso da troppo tempo e il ritardo dell’Amministrazione comunale nel cercare di porvi rimedio è inaccettabile. La Giunta dal canto suo assicura che il prossimo anno verrà indetta una nuova gara per affidare il locale ma nel frattempo uno dei “presidi” più preziosi del centro storico resta tristemente abbandonato a se stesso.
Una partita, quella del rilancio di un centro storico sempre più sofferente e caratterizzato da continue chiusure, che non può non veder scendere in campo un giocatore di peso come il Comune. La nascita del comitato Carpi C’è – Amici del centro storico, che riunisce circa 200 commercianti supportati dalle associazioni di categoria, è un passo necessario ma non sufficiente. La tempestività è vitale: il pubblico deve imparare a muoversi a una velocità maggiore, in caso contrario il declino del centro sarà inarrestabile. Non basta una bella pavimentazione per rendere attrattivo il cuore di Carpi. Servono coraggio e intraprendenza. “Le Notti bianche non sono la nostra unica prerogativa”, ha commentato il presidente del neonato sodalizio, Luca Semellini. Lo speriamo bene. E’ un pungolo quel che serve. Un organismo capace di proporre idee, accendere il dibattito, stimolare il cambiamento e, soprattutto, di accelerare le decisioni prese nelle stanze dei bottoni. Il proliferare di grandi piattaforme commerciali nella parte ovest della città è una realtà incontrovertibile. Inutile continuare a lamentarsi della concorrenza, soprattutto in una realtà in cui sono i colossi della Rete a farla da padroni. Occorre un cambio di marcia ma è tutto il sistema che dev’essere rivisto. Servono negozi specializzati, di nicchia. Con un’offerta merceologica diversificata, di qualità, capace di richiamare un pubblico preciso. I proprietari dei muri devono abbassare i prezzi degli affitti e il Comune dal canto suo deve “bacchettare” chi tiene sfitti i propri locali, incentivare nuove aperture e, soprattutto, ripensare il proprio circuito museale affinché diventi davvero meta di quel turismo culturale che oggi stenta a decollare per mancanza di contenuti. Carpi necessita di una nuova identità. E alla svelta.

Jessica Bianchi