Morbidina, la rivolta dei residenti contro le nuove case

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E’ una delle zone più belle di Carpi per i criteri costruttivi che finora sono stati rispettati. Le abitazioni non superano il secondo piano in altezza, i materiali sono particolari così come le soluzioni progettuali con parametri che garantiscono risultati di pregio. Quando i residenti nella zona della Morbidina dove i nomi delle vie sono quelli degli impressionisti, da Monet a Renoir,  hanno saputo che il Comune di Carpi avrebbe messo all’asta due lotti da edificare,  destinati a Politiche Abitative Integrate, hanno iniziato a preoccuparsi.
Su quei terreni oggi c’è il cartello di Parco pubblico e i residenti erano convinti che sarebbe rimasto per sempre a indicare un’area verde al servizio del quartiere. Così non sarà e altri elementi hanno convinto i residenti ad armarsi di carta e penna per scrivere una petizione presentata all’assessore Simone Tosi per chiedere di modificare le caratteristiche dell’intervento dopo che l’Amministrazione non ha tenuto minimamente conto delle richieste del quartiere “né tramite comunicazioni, né tramite alcuna assemblea”.
“Esprimiamo la viva preoccupazione che i futuri interventi edificatori su tali lotti – si legge nella petizione – potranno rappresentare un elemento di deprezzamento per le nostre proprietà. Il bando non fissa alcuna tutela al fine che il lottizzante debba realizzare un intervento consono con il decoro ivi realizzato, anzi vengono fissati parametri di distanza, volumetria e altezze consentite, in forte contrasto con l’esistente. Nulla viene chiesto sulle finiture del fabbricato, sulla prestazione energetica finale o sui materiali costruttivi”.
In sostanza, gli obblighi per il soggetto attuatore sono ben diversi rispetto a quelli rispettati negli interventi precedenti, mentre il prezzo a base d’asta è fortemente inferiore al valore di mercato.
Il progetto dovrà poi prevedere una serie di parcheggi pertinenziali che si inseriranno su di un contesto ormai ultimato e in uso, senza che i residenti siano stati minimamente consultati.
L’aspetto più controverso è che “il Bando, mettendo all’asta lotti in un contesto non completamente edificato, si ponte in diretta concorrenza con i lottizzanti originali che gli hanno ceduto i lotti gratuitamente a fronte della Convenzione di Piano. Tale situazione è particolarmente grave per coloro che ancora devono concretizzare le vendite dei lotti rimasti e che avranno una forte svalutazione del loro investimento”.
C’è una forte coesione sociale all’interno di questo quartiere che è pronto a portare avanti la sua battaglia. “In questi anni sono emerse esigenze di strutture di servizio, come luoghi di ritrovo per il tempo libero o di ristoro, che potrebbero essere attuate nei lotti pubblici ma che per la scelta intempestiva dell’Amministrazione non potranno nemmeno essere proposte, non potendo trovare luogo dopo la svendita dei lotti ora ipotizzata”. Infine, i residenti, se la delibera sarà modificata dal Comune di Carpi, si rendono disponibili a realizzare attrezzature per il tempo libero a proprie spese o con finanziamenti pubblici.
Sara Gelli

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