Si spacciano per cittadine romene e, attraverso un documento falso, al fine di guadagnarsi la carta d’identità italiana e la titolarità a vivere e lavorare come badanti – e non solo – nel nostro Paese, senza permesso di soggiorno. Il fenomeno è in crescita anche nel nostro territorio ma le irregolarità smascherate dalle Forze dell’Ordine probabilmente, non rappresentano che la punta di un iceberg. “Negli ultimi mesi – sottolinea il comandante della Compagnia dei Carabinieri di Carpi, Alessandro Iacovelli – abbiamo già arrestato una decina di persone tra Carpi e Mirandola. Si tratta di moldavi che, per evitare di essere fermati alle frontiere, con circa 300 euro si procurano delle carte di identità rumene false e, pertanto, valide per l’espatrio”. I documenti vengono contraffatti con facilità ma, prosegue il capitano, basta adottare alcuni accorgimenti e aguzzare la vista – e l’ingegno – per verificarne la veridicità: “se osservando il documento con una luce ultravioletta non si scorgono le serie numeriche che dovrebbero essere riflesse sul retro della carta significa che il documento è falso. Altri indizi che dovrebbero far destare dei sospetti sono la scarsa qualità di stampa, il fatto che il documento sia sprovvisto sul fronte dei necessari sistemi di sicurezza, come gli ologrammi, e i bordi frastagliati”. Alle volte però, persino l’occhio più attento può cadere nella trappola e non accorgersi che qualcosa non quadra.
I flussi migratori dalla Moldavia sono molto ridotti e quindi i cittadini che vogliono emigrare in Italia cercano di arrabattarsi come possono, ricorrendo anche a mezzi illeciti. Una volta pizzicati però, a finire nei guai non sono solo i furbetti della carta d’identità: “a rischiare sono anche famiglie e datori di lavoro perché assumere qualcuno, che poi si rivelerà non in regola coi documenti, – avverte il capitano Iacovelli – può comportare delle spiacevoli conseguenze, soprattutto per quanto riguarda i contributi versati all’Inps”. Come se ciò non bastasse, conclude il capitano, “sono numerosi i casi in cui badanti che hanno camuffato la propria identità si siano poi prestate a fare da basiste, aiutando, ad esempio, malviventi e rapinatori a introdursi in casa, macchiandosi dunque di reati di comprovata gravità. Prestate attenzione a chi assumete per prendersi cura dei vostri cari anziani o malati e, qualora nutriste dei dubbi, rivolgetevi all’Arma. Noi siamo qui per voi”.
Jessica Bianchi