Dirigente comunale indagato per peculato e abuso d’ufficio a Carpi

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Un dirigente comunale di Carpi, di cui non è ancora trapelato il nome, è stato indagato per Peculato e Abuso d’ufficio. A denunciare il “gravissimo fatto” sono i consiglieri del Gruppo Carpi Futura, Giorgio Verrini, Anna Azzi e Paolo Pettenati, dopo aver visto la pubblicazione (in data 21 agosto) sull’albo pretorio di una delibera di Giunta nella quale viene stabilito che sarà l’Amministrazione a farsi carico delle spese legali legate alla difesa del dirigente, poiché, si legge nel documento, non viene ravvisato alcun “conflitto d’interesse”.
Un privilegio, questo, sancito da un “contratto sindacale – aggiunge Giliola Pivetti, portavoce di Carpi Futura – ma, qualora il dirigente venga condannato, come peraltro riporta la stessa delibera, dovrà restituire il denaro che l’Amministrazione ha speso per la sua difesa. Certo – ammette Pivetti – ai dirigenti i soldi non mancano ma è giusto che questi possano lavorare tranquillamente senza il timore di spendere tutto il loro stipendio in avvocati. Fin che si tratta di abuso d’ufficio è possibile che una figura dirigenziale debordi dal suo compito e cada involontariamente ma il peculato è tutta un’altra storia… questa vicenda ci lascia davvero perplessi”.
“Si tratta di reati gravissimi – insorgono i consiglieri – che il Pubblico Ufficiale commette per procurare a sé o ad altri un vantaggio ingiusto, l’Amministrazione comunale, portatrice di un interesse pubblico, dovrebbe essere la parte offesa invece, nella delibera con cui motiva che pagherà il legale a questo dirigente, sostiene che non vi è conflitto d’interesse. Indubbiamente siamo di fronte a una delibera di Giunta approvata molto silenziosamente e alcune cose non quadrano. Perché il compenso del legale, tra i più quotati del Foro di Modena, non è stato nemmeno pubblicato?”.
La richiesta avanzata al sindaco tramite un’interpellanza urgente da parte dei consiglieri di Carpi Futura è quella di “informare tempestivamente il Civico Consesso, anche a porte chiuse. Crediamo infatti che i cittadini abbiano il diritto di sapere ora cosa sta accadendo all’interno di uffici che frequentano e a cui accedono per portare pratiche e ricevere risposte alle loro istanze. Ci aspettiamo risposte precise, ben consci  che ognuno è innocente fino a prova contraria. Noi non pronunciamo sentenze e non ne chiediamo, vogliamo solo risposte”. Tra l’altro, conclude Giliola Pivetti, “i consiglieri avrebbero il diritto di istituire una propria commissione di inchiesta. I regolamenti e le leggi sono dalla nostra parte: fatti come questi devono essere approfonditi”.
Jessica Bianchi

 

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