Da qualche anno ha luogo, sul territorio di Carpi, una processione per celebrare la ricorrenza sciita dell’Āshūrāʾ: promossa dall’associazione Immamya Welfare International, vede la partecipazione di centinaia di persone che, tradizionalmente, in segno di penitenza si battono il petto per tutta la durata del tragitto. Anche quest’anno l’iniziativa si terrà sabato 30 giugno, a partire dalle 14. Il corteo partirà da Piazzale Ramazzini per proseguire verso via Ugo Da Carpi, passando per via Cattani Sud, fino a giungere in via Unione Sovietica, sede dell’associazione, dove la manifestazione si concluderà, in serata, con un momento di festa. Come già nel 2017, anche quest’anno, grazie all’opera di mediazione svolta dalla Consulta per l’Integrazione, insieme alle Forze dell’Ordine, in particolare della Polizia di Stato, la processione si svolgerà seguendo alcune indicazioni precise: un volantino, in lingua italiana, informerà la cittadinanza circa le motivazioni della processione e le origini della ricorrenza. Inoltre, i partecipanti al corteo indosseranno una maglietta per rendere più simbolico e meno impattante dal punto di vista visivo il rito. Infine, prima della partenza dei devoti, le autorità religiose sciite interverranno per spiegare nuovamente, in italiano, il senso e le motivazioni della processione. “L’iniziativa – si legge in una nota stampa della Questura – è stata preceduta da una serie di incontri sia con le istituzioni locali sia con i rappresentanti della comunità sciita, al fine di concordarne gli aspetti salienti e scongiurare la possibilità che la stessa turbi il tranquillo vivere sociale dei cittadini carpigiani. Concordato anche il percorso del corteo che non attraverserà il centro storico. Da parte della Autorità di Pubblica Sicurezza sono state emanate delle prescrizioni, che riguardano le modalità di attuazione della manifestazione, in particolare i partecipanti dovranno indossare una maglietta ed il gesto di “battersi il petto” non dovrà essere né violento né tantomeno cruento. E' stato richiesto alla comunità sciita la divulgazione di materiale informativo in lingua italiana che spieghi la natura del culto. A tutela della sicurezza pubblica, verrà assicurato durante la manifestazione un adeguato servizio, attraverso l’impiego di personale in uniforme e in abiti civili”.